Le realta’ virtuale permette di capire l’origine della vita sul nostro pianeta
Articolo di Filomena Fotia (MeteoWeb) 13.9.16
””Milioni di anni fa, i dinosauri “dominavano incontrastati sulla Terra” e i draghi marini “non erano solo delle creazioni holliwoodiane, ma predatori temuti” in tutti gli oceani. Questo mondo “è scomparso molto tempo fa, ma continua a esercitare il suo fascino su chi cerca di comprendere le origini della vita sul nostro pianeta” per questo, “a partire da oggi, chiunque, in ogni parte del mondo, può esplorare tutto questo su Google Arts & Culture“. Ad annunciarlo è Luisella Mazza, Head of Country Operations, Google Cultural Institute. “Abbiamo lavorato insieme ad oltre 50 tra le più importanti istituzioni nel campo della storia naturale in tutto il mondo – spiega Mazza – per riportare in vita online questo mondo perduto. Oltre 150 storie interattive realizzate da esperti, 300mila nuove foto e video e oltre 30 tour virtuali vi aspettano. Con pochi clic, potrete incontrare faccia a faccia un gigante di 180 milioni di anni fa: la realtà virtuale permette al drago marino del Giurassico di tornare in vita.
La Chiesa immobile di Papa Francesco
Articolo di Marco Marzano (Fatto 1.3.18) "Marketing - Bergoglio ha sedotto le masse con carisma e battute, ma non ha riformato l’istituzione che guida. Non per colpa della Curia ostile, ma perché la sua missione è preservare un mondo sempre più fragile"
""Papa Bergoglio non ha fatto, nei cinque anni che ci separano ormai dalla sua elezione, alcuna riforma, non ha assecondato i piani di coloro che avevano sperato in cambiamenti strutturali nell’organizzazione del cattolicesimo. Le riforme non si fanno, e probabilmente non si faranno, a causa principalmente dell’inerzia organizzativa della grande struttura ecclesiale e dell’assenza di una crisi profonda, che potrebbe innestare l’avvio di qualche cambiamento. Ci sono state però alcune innovazioni del pontificato che sostituiscono le riforme di struttura: l’attenzione ai temi economici e sociali e la “politica dell’amicizia”. Al tramonto dell’eventualità di mutamenti reali negli assetti di potere interni alla Chiesa, non è seguita però una delusione profonda da parte dei riformatori e di quella ampia porzione dell’opinione pubblica simpatetica verso l’aggiornamento del cattolicesimo. I motivi per i quali ciò non è avvenuto è il “papismo” di molti cattolici, cioè l’attitudine a pensare il pontefice come all’uomo della provvidenza, all’unico soggetto a cui compete davvero e fino in fondo il diritto di decidere dove la Chiesa debba dirigersi.
Nazionalismo e cattolicesimo. Quei simboli e la radicalita’ di Salvini
Articolo di Chiara Saraceno (Repubblica 26.2.18)
“”Era più grottesco e anticristiano Bossi che si inventava riti fondativi al dio Po o lo è più Salvini che giura abbinando Costituzione e Vangelo, con annesso sventolamento di un rosario, mentre conclude una campagna elettorale imperniata su messaggi di esclusione, quando non di odio, contro gli “altri”, gli “stranieri”? Se Bossi è stato maestro dello sberleffo contro ogni simbolo sacro (inclusa la bandiera, che voleva «buttare nel cesso») in nome di una più o meno velleitaria identità locale, Salvini da anni sta progressivamente appropriandosi di quei simboli per proporsi come difensore “dell’identità nazionale”. Lo sventolio di Vangelo e rosario, ma anche della Costituzione, proprio mentre proclamava che dell’antifascismo non poteva interessargli di meno, costituisce l’ultimo passo.
Rappresenta anche un salto di qualità.
Da un lato, c’è un abuso di simboli religiosi e di esibizione pubblica della propria religiosità, mai osato da un leader politico, mi sembra, neppure dalla Democrazia Cristiana negli anni della guerra fredda e delle campagne contro i comunisti che mangiavano i bambini.
Dal sangue di Gennaro al prepuzio di Gesu’: il corpo dei santi moltiplica fede e miracoli
Articolo di Alberto Mattioli (Stampa 24.2.18) "Una guida quasi turistica alle reliquie conservate nel nostro Paese fra ritrovamenti, furti, ostensioni. E qualche doppione di troppo"
Corpi interi o a pezzi. Disseppelliti, ritrovati, trafugati, traslati, inumati, imbalsamati, mummificati. E poi smembrati, divisi, moltiplicati: dita, mani, gambe, piedi, teste, lingue, cuori. Ma anche, per esempio, il prepuzio di Cristo. Corpi miracolosi, adorati, pregati, invocati, baciati. Reliquie offerte alla devozione dei fedeli, al business dei mercanti, all’incredulità degli scettici, all’ironia degli illuministi, alla curiosità di tutti. Reliquie di prima classe, quelle provenienti direttamente dal corpo del santo, «ex ossibus, ex carne, ex praecordis, ex piliis, ex cineribus, ex tela imbuta sanguine», oppure di seconda, diciamo così, «indirette»: gli abiti, il cilicio, la polvere grattata dal sepolcro, la manna stillata dalle ossa, l’olio della lampada votiva e così via. Fino ai sandali di Gesù, alla Sacra Culla, alle lenticchie dell’Ultima Cena, alla spugna imbevuta d’aceto della Crocifissione. Ecco un saggio di Marco Orletti che è una delizia dall’inizio alla fine, per credenti e non. Guida alle reliquie miracolose d’Italia è un vademecum per orientarsi fra queste testimonianze, vere o presunte, del Sacro.
Sex workers, la legge Merlin alla Consulta
Articolo di Andrea Fabozzi (Manifesto 7.2.18) “Il caso sollevato dalla Corte di Appello di Bari interrompe il processo a Gianpaolo Tarantini, condannato in primo grado per reclutamento e favoreggiamento delle escort che partecipavano alle cene di Berlusconi, Il giudice: «Il fenomeno delle escort professionali cambia tutto»”
“”Provate a dirlo in inglese. Non prostitute, ma sex workers. Oppure escort, come da autodefinizione di Patrizia D’Addario nel suo libro di qualche anno fa: «La escort più famosa del mondo». Ed ecco che le donne che tra il 2008 e il 2009, attraverso Gianpaolo Tarantini e i suoi amici, parteciparono alle «cene eleganti» di Silvio Berlusconi, potrebbero mettere in crisi la legge Merlin. A sessant’anni esatti dalla chiusura dei casini e dalla messa fuori legge di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Almeno ne è convinta la Corte d’appello di Bari che ieri ha interrotto il processo di secondo grado a «Gianpi» Tarantini e ad altri, tra i quali Sabina Began, «l’ape regina» delle feste di Arcore, per chiamare in causa la Corte costituzionale.
“Io, da Auschwitz a senatrice a vita ma non dimentico e non perdono”
Intervista a Liliana Segre di Simonetta Fiori (Repubblica20.1.18) “Quando ho sentito il Presidente il puzzle della mia vita s’è rimesso a posto. Amore e dolore si sono composti. Non capita spesso Mi sono tornati tutti in mente. E mi sono riaffiorate tutte le persone offese, derise, violate, deportate che non hanno potuto raccontare”
«Ha presente quei vecchi puzzle a cui ci si affeziona? Quando ho sentito il presidente Mattarella, il puzzle della mia vita s’è rimesso a posto. Non capita spesso. Non sempre i pezzi d’un vissuto pieno di dolore ma anche di amore riescono a comporsi. Stamattina mi è successo questo». Liliana Segre è frastornata. La giornata è cominciata con la telefonata del presidente della Repubblica che la nomina senatrice a vita ed è proseguita tra squilli, visite, mazzi di fiori, soprattutto tanti ricordi: case, luoghi, volti che hanno segnato la sua storia di ragazza braccata, perseguitata, sopravvissuta per caso. «Non me l’aspettavo. Nei giorni scorsi il cerimoniale mi aveva parlato genericamente d’una decorazione, ma un incarico così prestigioso era fuori dalla mia immaginazione. Sono rimasta senza parole». Il padre perso ad Auschwitz, stesso destino per i cugini e gli adorati nonni paterni. «Mi sono tornati tutti in mente. E mi sono riaffiorate tutte le persone offese, derise, violate, deportate che non hanno potuto raccontare. Uomini e donne che amavano la patria e dalla patria sono stati degradati, sviliti a cittadini di serie B, consegnati alla Soluzione Finale. Quello Stato oggi non esiste più. Ma il gesto del presidente della Repubblica assume il significato di un risarcimento.
E insieme a me porta nel cuore delle istituzioni repubblicane anche le voci meno fortunate, le voci di chi non è tornato. Di quelli che non hanno una tomba e sono finiti nel vento».
Ius soli. Digiuno contro la rinuncia e l’indifferenza
Articolo di Luigi Manconi (manifesto 19.12.17)
Chi mi vuol bene mi segua. Ma anche chi non mi vuole bene, e persino chi mi detesta. Tutti coloro, insomma, che ritengono lo ius soli e culturae una legge saggia e ragionevole sono invitati a partecipare allo sciopero della fame che intraprendo da oggi. Digiuno che inizio oggi, martedì 19 dicembre, e proseguirò fino a quando ci sarà un’ora o un minuto di tempo per la discussione parlamentare. Non è affatto vero, infatti, che il tempo non ci sia. Quando c’è la volontà politica, il tempo si trova sempre. Si ha a disposizione un’intera settimana di lavoro parlamentare, prima del giorno di Natale, e si può ricorrere, come tante volte è accaduto, alle sedute notturne. Dunque, si può fare: e c’è una conferma limpida e recentissima. La legge sul biotestamento sembrava destinata, appena due mesi fa, a un’archiviazione definiti a, in attesa di tempi migliori. Si è manifestata, invece, una volontà politica, che è stata perseguita con determinazione, e che ha portato a un ottimo e insperato risultato.
Biotestamento e Ius soli sei sedute per il si’ alle leggi prima dello scioglimento.
Articolo di Giovanna Casadio (Repubblica 18.11.17) "Le norme sul fine vita rischiano di finire fuori tempo massimo"
Martedì 5 dicembre, quindi il 6 e il 7 (nonostante sia Sant’Ambrogio), per poi riprendere discussioni e votazioni il 12, 13 e 14 dicembre. Sono le sei sedute-clou del Senato, quelle in cui nuovo regolamento, Ius soli e biotestamento (in quest’ordine) dovrebbero diventare legge. Il tempo è stretto nello scorcio di legislatura che, una volta incassata con la fiducia la legge di Bilancio, dovrebbe sciogliersi tra fine dicembre e inizio gennaio. Difficile un “trascinamento” a febbraio.
Sotto il fuoco incrociato dei veti e dei trabocchetti, con i leghisti sulle barricate per lo Ius soli, e nel pieno ormai della campagna elettorale, non è chiaro se sei sedute potranno bastare per il biotestamento. Il Pd assicura che ce la metterà tutta, e che comunque si potrebbero verificare le condizioni di un accordo per un via libera veloce anche ai tempi supplementari. Così sarebbe se la legislatura si allungasse alla prima settimana di gennaio, oppure ci fossero altre due sedute (quindi otto in tutto) “rubate” alla manovra economica. Il cui ritorno dalla Camera a Palazzo Madama dovrebbe esserci il 15 dicembre, ma potrebbe slittare al 19. E ieri Luigi Zanda, il capogruppo del Pd, per fare pressing sui 97 senatori dem, ha inviato a tutti il discorso del Papa con due righe di accompagnamento: «Care amiche e cari amici, penso possa interessarvi il testo integrale del messaggio di Papa Francesco sulla questione del fine vita». Anche il Pontefice è tornato ieri sull’argomento: «Bravo quel medico - ha detto nell’omelia a Santa Marta - che accompagna il malato fino alla fine ».
Il fascino del socialismo ammalia i Millennials
Articolo di Paolo Mastrolilli (Stampa 5.11.17)
“”Sarà pure vero che a 20 anni dobbiamo essere incendiari, e a 40 diventiamo saggiamente pompieri, ma scoprire che la maggioranza dei Millennials americani preferirebbe vivere in uno stato socialista fa lo stesso un certo effetto. Non solo perché un’idea del genere è storicamente anatema negli Usa, ma anche perché forse rappresenta l’altra faccia della medaglia del populismo. La Victims of Communism Memorial Foundation ha commissionato uno studio a YouGov, per misurare la popolarità dei sistemi politici tra gli americani. I risultati relativi alla fascia dei Millennials, cioè il folto gruppo di giovani che a breve governerà il Paese, sono stati sorprendenti: il 44% vorrebbe vivere in una società socialista, contro il 42% capitalista, il 7% comunista, e il 7% fascista.
La falsa ribellione
Articolo di Ezio Mauro (Repubblica 21.10.17)
""C’é un’evidente ansia da campagna elettorale permanente, ben più che una preoccupazione per la sicurezza dei correntisti bancari e dei risparmiatori, nell’offensiva di Matteo Renzi contro il governatore della Banca d’Italia Visco. Non c’è alcun dubbio che il tema del risparmio, del credito e della solidità delle nostre banche agiti la pubblica opinione, che dopo i casi Monte Paschi, Etruria e Vicenza si sente esposta, raggirata e ben poco tutelata dai meccanismi e dagli istituti di salvaguardia del sistema. Quindi è comprensibile e persino doveroso che i leader trattino la questione in vista del voto, quando è il momento del rendiconto sul passato e degli impegni per il futuro. Ma Bankitalia non è l’Anas o la Cassa del Mezzogiorno: e delle banche si può discutere, e anzi si deve, ma senza gettare un’istituzione di garanzia nel tritacarne del vortice elettorale. Che ci sia stato un problema di vigilanza allentata e di sorveglianza miope sulle fragilità che le banche italiane camuffavano è ormai fuori dubbio, perché tutti abbiamo sentito per troppi anni i controllori garantire sulla solidità certa dell’impianto, a partire da via Nazionale, e dallo stesso Governatore.
MA SE si considera che questa miopia viene da lontano, anche prima di Visco, nasce una domanda obbligatoria: dov’era la politica nel frattempo, che cosa capiva e che cosa faceva? Soprattutto, l’interrogativo è se la politica era dalla parte dei cittadini e dunque dell’interesse generale o piuttosto se era coinvolta negli ingranaggi più bassi che hanno rallentato e deviato il corretto procedere del mercato bancario: con una commistione insieme provinciale e onnipotente, che considerava il credito come un prolungamento della politica con altri mezzi, impropri ma utili a creare consorterie, consolidare confraternite, insediare nomenklature locali. Comperando consenso e potere, e inseguendo il conflitto d’interessi certificato dallo slogan “abbiamo una banca”, piuttosto che la cornice di garanzia costruita con l’obiettivo di poter dire “abbiamo una regola”.