Accadde oggi: si spegne Eluana Englaro
2009 - Muore Eulana Englaro: dopo 17 anni di stato vegetativo, si spegne per la pietà del padre che ha chiesto l’interruzione delle cure della figlia, aprendo un caso giudiziario, umano e sociale di straordinaria rilevanza morale e civile.
Eluana era ridotta a vegetare, totalmente dipendente dalle cure altrui, a seguito di un incidente stradale di cui era rimasta vittima nel 1992.
(In fondo potrai vedere Beppino Englaro ricordare Eluana e parlare del testamento biologico in una trasmissione televisiva)
Commentando un episodio che aveva coinvolto un compagno di scuola morto in un incidente di moto, Eluana aveva dichiarato: "è stato fortunato a morire subito". Ripetutamente, la giovane aveva dichiarato anche ai propri genitori che non avrebbe potuto tollerare che lo stesso capitasse a lei. Tutta la vicenda parte da queste dichiarazioni, da questa volontà espressa da Eluana consapevole, viva, giovane. I genitori non potranno dimenticare quelle che, dopo l’incidente assumeranno le caratteristiche di un vero e proprio testamento.
La richiesta della famiglia di interrompere l'alimentazione forzata, considerata un inutile accanimento terapeutico, ha scatenato in Italia un notevole dibattito sui temi legati alle questioni di fine vita. Dopo lungo iter giudiziario, l'istanza è stata accolta dalla magistratura per mancanza di possibilità di recupero della coscienza, ed in base alla volontà della ragazza, ricostruita tramite testimonianze. Diverse amiche intime della giovane confermarono che, avendo appreso del gravissimo incidente stradale che aveva coinvolto l'amico rimasto in coma, Eluana aveva dichiarato che sarebbe stato preferibile morire che sopravvivere in condizioni disperate.
La situazione divenne “il caso Englaro", caso che ha portato alla luce alcune gravi lacune del sistema giuridico italiano per quanto riguarda vicende bioetiche analoghe, riaprendo il dibattito su una eventuale legge che prenda in considerazione forme di testamento biologico e sulla nutrizione artificiale.
Beppino Englaro ha iniziato a chiedere per via giudiziaria la sospensione dell'alimentazione artificiale e delle terapie nei confronti della figlia Eluana a partire dal 1999, portando a supporto della richiesta diverse testimonianze volte a dimostrare l'inconciliabilità dello stato in cui si trovava e del trattamento di sostegno forzato che le consentiva artificialmente di sopravvivere (alimentazione/idratazione con sondino naso-gastrico) con le sue precedenti convinzioni sulla vita e sulla dignità individuale. Si è aperto un iter giudiziario dei più complicati e controversi della Storia del Diritto. La richiesta dei genitori era stata presentata ai sensi del citato articolo 32 della costituzione italiana: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
Con decreto del 9 luglio 2008, la Corte d'Appello Civile di Milano ha autorizzato il padre Beppino Englaro, in qualità di tutore, ad interrompere il trattamento di idratazione ed alimentazione forzata che manteneva in vita la figlia Eluana per «mancanza della benché minima possibilità di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno». Per due anni si susseguono atti giudiziari e istituzionali contrapposti: le vicende giudiziarie si sono poi via, via aggrovigliate, sovrapposte fino a perdere di vista il punto fondamentale della questione: una donna incapace ormai di esprimersi ed una famiglia che deve lottare disperatamente per affermare la possibilità che la figlia possa legittimamente spegnersi.
Governo, Presidente della repubblica, Ministro della Sanità, insomma un alternarsi di poteri istituzionali che combattono una lotta giudiziaria, senza esclusione di colpi. Al mattino del 6 febbraio 2009 l'equipe che segue il caso Englaro ha annunciato l'avvio della progressiva riduzione dell'alimentazione. Alle ore 14 il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge per impedire la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione dei pazienti. In precedenza il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva inviato una lettera al premier indicando forti perplessità circa l'ipotesi di intervenire per decreto sull'attuazione della sentenza e riserve sulla costituzionalità dello stesso, in risposta al premier che si era spinto ad affermare che Eluana Englaro "potrebbe in ipotesi anche generare un figlio" nonostante lo stato vegetativo permanente e la paresi. Il Presidente della Repubblica ha poi rifiutato di firmare il decreto poiché non superava le obiezioni di incostituzionalità precedentemente espresse. Alle ore 20 il consiglio dei ministri, riunito in sessione straordinaria, ha approvato un disegno di legge con gli stessi contenuti del decreto rifiutato in precedenza. Tale disegno di legge è stato immediatamente trasmesso al senato che si è riunito per discuterne in sessione straordinaria già lunedì 9 febbraio 2009 (normalmente il lunedì l'Aula di Palazzo Madama è chiusa). Durante la giornata molti commentatori e leader politici hanno stigmatizzato lo scontro istituzionale in atto fra il governo e il Capo dello Stato.
La vicenda di Eluana Englaro ha alimentato in Italia un ampio dibattito, mediatico prima, politico-istituzionale poi, sui temi legati alle questioni di fine vita. Una parte dell'opinione pubblica, prevalentemente cattolica, si è dichiarata contraria all'interruzione della nutrizione artificiale (mediante sondino nasogastrico), considerata equivalente all'eutanasia. Un'altra parte dell' opinione pubblica, prevalentemente laica, ma anche in ambienti vicini ad altre professioni religiose si è dichiarata favorevole al rispetto della ricostruita volontà della diretta interessata pur in assenza di un formale testamento biologico. Uno dei punti principali di divergenza nel dibattito ha riguardato la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione alla donna, ossia se considerarle alla stregua di un trattamento sanitario, e quindi una terapia, o alla stregua di un sostentamento vitale di base, e se la loro eventuale sospensione potesse essere effettuata da terzi in mancanza di una diretta ed esplicita volontà del paziente.
La discussione politica in Italia relativa al testamento biologico, pur in una trasversalità dei giudizi, si è concentrata anch'essa, come conseguenza della vicenda di Eluana Englaro, sulla questione della nutrizione artificiale e sulla scelta personale o di terzi di interrompere tale trattamento. All'orientamento della maggioranza parlamentare di centro-destra che, nella legge in discussione sulle dichiarazioni anticipate di trattamento escluderebbe la possibilità di richiedere qualunque pratica eutanasica, considera l'idratazione e l'alimentazione come sostegno vitale, si è contrapposto l'orientamento delle forze di opposizione di centro-sinistra, che le considera terapie e come tali comprese nell'ambito di autodeterminazione del paziente che la legge dovrebbe consentire.
Si riporta qui sotto una dichiarazione del Prof. Umberto Veronesi sul progetto di legge sul testamento biologico presentato dalla maggioranza e che sta per essere discusso in Parlamento.
E’ in discussione in questi giorni alla Camera il progetto di legge sul Biotestamento presentata lo scorso anno in Parlamento.
Si tratta di una legge-cannibale, che nega se stessa e viola la nostra Costituzione. Vuole infatti rendere obbligo di Stato l’idratazione e la nutrizione artificiale, che sono le condizioni che inducono la vita artificiale. Ma il testamento biologico è nato nei Paesi più avanzati civilmente proprio per poter dire no al prolungamento artificiale della vita. Una legge che invece impone questi trattamenti violerebbe inoltre l’articolo 32 della Costituzione, che sancisce che nessun trattamento sanitario può essere imposto senza il consenso del malato. Meglio dunque nessuna legge che una legge che calpesta il diritto inalienabile di decidere per sé , riconosciuto e rispettato da tutte le democrazie moderne.
In Italia il testamento biologico può comunque essere valido, come dimostra la sentenza del Tribunale di Firenze di pochi giorni fa, in base alla Convenzione di Oviedo, firmata anche dall’Italia. Si tratta di una Carta dei diritti dell’uomo e della dignità dell’essere umano rispetto alle applicazioni della medicina e della biologia, approvata dal Consiglio di Europa, che stabilisce all’articolo 9 che “i desideri precedentemente espressi a proposto di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell’intervento , non è in grado di esprimere la sua volontà, saranno tenuti in considerazione”. Invito quindi tutti i cittadini che vogliono tutelare la loro libertà di autoderminazione, a compilare subito il loro biotestamento, come ho fatto io, sentendosi protetti dalla Costituzione e dai trattati internazionali. (Umberto Veronesi)
Diverse Amministrazioni Comunali hanno frattanto istituito, nonostante il parere contrario del Governo, un Registro per la raccolta delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento dei cittadini (DAT: espressione della volontà da parte di una persona, fornita in condizioni di lucidità mentale, in merito alle terapie che intende o non intende accettare nell'eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti, malattie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione).