Le Giornate della laicita’ in presenza, dal 10 al 13 giugno 2021, a Reggio Emilia
Sono aperte da oggi le prenotazioni per gli incontri della dodicesima edizione delle Giornate della laicità, il festival di approfondimento culturale dedicato al pensiero laico, critico e razionale, promosso dall’associazione Iniziativa laica in collaborazione con Arci Reggio Emilia. L’appuntamento si terrà in presenza, da giovedì 10 a domenica 13 giugno all’Arena ex Stalloni di Reggio Emilia: tema dell’edizione 2021 - con la direzione scientifica della filosofa e giornalista Cinzia Sciuto - è “La scimmia nuda. Natura (è) cultura”.
Il festival torna dunque dal vivo dopo lo spostamento online della precedente edizione a causa dell'emergenza Coronavirus, nel pieno rispetto di tutte le condizioni di sicurezza previste dalla normativa. Saranno quattro giorni di dibattiti e riflessioni a più voci, in un’inedita formula ibrida che vedrà la compresenza di incontri dal vivo e appuntamenti in sola diretta streaming, con la partecipazione di autori e pensatori di fama internazionale. Sono 16 gli incontri in programma, di cui 12 dal vivo e quattro solo in diretta streaming, che vedranno la partecipazione di Maurizio Ferraris, Simona Argentieri, Francesco Remotti, Guido Barbujani, Roberta de Monticelli, Paolo Nichelli, Paolo Flores D’Arcais, Eva Cantarella, Marco D’Eramo, Sumaya Abdel Qader, Michela Milano, Chiara Saraceno, Giorgio Maran, Carlo Sini, Elena Gagliasso, Massimo Baldacci, Elena Granaglia e Telmo Pievani.
“Molto spesso la natura viene contrapposta alla cultura, alla tecnologia e alla scienza, ma in realtà la natura di noi essere umani è esattamente quella di essere animali culturali che, grazie alle elaborazione e all’uso della propria intelligenza, riescono a interagire e a trasformare sé stessi e l’ambiente che li circonda - dice la direttrice scientifica Cinzia Sciuto - Questo è il filo conduttore di una quattro giorni finalmente in presenza, in cui affronteremo tanti temi diversi tra loro, tra cui scienza e pandemia, lavoro, libertà d’espressione e intelligenza artificiale, antropologia e fine vita, naturalmente con la garanzia di tutte le disposizioni di sicurezza che saranno previste al momento dell’edizione".
Accanto al calendario di incontri e lectio, inoltre, ci sarà spazio per una serie di appuntamenti dedicati a musica e cinema, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia e Castelnovo ne' Monti "Achille Peri - Claudio Merulo” e Reggio Film festival. In programma anche una serie di laboratori di filosofia per bambini, a cura di Rosanna Lavagna.
Programma completo su www.giornatedellalaicita.com
Disobbedienza civile.
Articolo di Angela Mauro “O capitana! Mia capitana!“ (ANSA - UffPost 25.6.19) "ROTTA VERSO LAMPEDUSA" - Carola Rackete, comandante della Sea Watch, sfida il 'capitano' leghista. Tedesca, donna. Sceglie col cuore e non con le regole scritte, disobbedisce e crea scandalo, e di fatto sostituendosi all'opposizione, che si è accodata al suo gesto”
“”Visto a distanza, nel comodo dell’aria condizionata che ripara dai 40 gradi all’ombra, sembra un film. Dalla trama avvincente, a tratti classica, dell’eroe che lotta contro l’ingiustizia, per i diritti, anche a costo di sfidare le leggi. Solo che qui è tutto vero. E non è secondario che l’eroe sia una eroina: Carola Rackete, ‘capitana’ della Sea Watch, 31 anni, donna, tedesca, studi nelle università del Regno Unito, nostromo sulle navi di ricerca oceanografica al Polo nord, poi volontaria di Greenpeace e ora dedicata ai migranti nel Mediterraneo. Carola prende la decisione forse più dura. Sfida il ‘capitano’, come lo chiamano i fans, Matteo Salvini, una fortuna elettorale incassata a furia di dichiarazioni contro gli immigrati.
Il travaglio dei grillini per salvare l’amico
Articolo di Marcello Sorgi (Stampa 31.1.19)
“”Merita certo attenzione il travaglio che il Movimento 5 Stelle sta affrontando per passare dal «sì» al «no» all’autorizzazione a procedere contro Salvini. La procedura è cominciata ieri con la prima seduta della Giunta del Senato, presieduta da Gasparri, e vedrà tra sette giorni un intervento del ministro dell’Interno a sua discolpa e una memoria firmata da Conte, Di Maio e Toninelli - la cui ammissibilità, ha obiettato lo stesso presidente della Giunta, è dubbia - per assumersi in solido con Salvini la responsabilità delle decisioni prese nella vicenda della «Diciotti». Che tra i 5 Stelle il salvataggio dell’alleato leghista sia difficile da digerire, è evidente. E non solo per l’aperto dissenso che comincia ad emergere, anche da parte di esponenti storici come Roberta Lombardi, o per il numero di parlamentari che a mezza voce e sotto promessa del l’anonimato ripetono che alla fine, tra la fedeltà a Salvini e quella alla storia del Movimento, che ha sempre votato «sì» alle autorizzazioni, sarà la seconda a prevalere.
Hanno messo la tassa sui buoni
Articolo di Chiara Saraceno (Repubblica 27.12.18)
“”Scrooge, l’avaro di dickensiana memoria, è tornato proprio a Natale, colpendo sistematicamente ogni azione di solidarietà. È tornato e, più che manifestarsi nel cinismo egoista che, secondo la troppo affrettata e un po’ corriva analisi dell’ultimo Rapporto Censis, caratterizzerebbe oggi gli italiani, indossa i panni del governo "del cambiamento". Chiusi i porti ai migranti e a chi li soccorre, senza neppure la carità di un pacco viveri per affrontare la lunga attesa di un porto che li accolga, la legge di Stabilità fatta approvare con voto di fiducia ad un Senato, e presto anche ad una Camera, totalmente esautorate contiene vere e proprie cattiverie nei confronti dell’agire solidale. Un balzello imposto sui sudati risparmi che i migranti (regolari) mandano nei Paesi di origine per aiutare chi è rimasto là, esattamente come hanno fatto per decenni i migranti italiani all’estero, sostenendo con le loro rimesse intere economie locali. Tasse raddoppiate alle associazioni non profit e di volontariato. Si tassa, cioè, la solidarietà familiare e di prossimità, proprio mentre contestualmente si promulga un ennesimo condono agli evasori fiscali.
Il conformismo degli intellettuali durante la Grande Guerra
Articolo di Paolo Isotta (Fatto 25.10.18) "A parte rare eccezioni, come Zweig, poeti e filosofi gareggiarono nell’incitamento all’odio"
""Fra poco cadrà il centenario della fine dell’immane massacro militare della Prima guerra mondiale: il 4 novembre capitolò l’Impero austro-ungarico, l’11 quello germanico. L’incredibile rimonta di Vittorio Veneto si dovette a un genio militare napoletano, Armando Diaz, visto che fino a quel momento lo stratega di fiducia dei Savoia, il piemontese Cadorna, aveva concepito la guerra solo come una macelleria fine a se stessa; in questo la classe militare inglese e francese non fu da meno. E sarebbe bene, per non dimenticare – sempre che a qualcuno l’insegnamento della storia oggi interessi – che si rivedessero tre meravigliosi films che denunciano in modo tragico e spietato la macelleria: Per il re e per la patria di Losey, Orizzonti di gloria di Kubrick e Uomini contro di Rosi: il suo più bello, insieme con Le mani sulla città. Dal momento che nel mio scorso articolo ho raccontato per brevi tratti dell’estate da me trascorsa con Stefan Zweig, debbo tornare al Mondo di ieri.
Citazioni e aforismi sulla creativita’: “rompere le regole”
Dal sito nuovoeutile di Annamaria Testa:
""Non tutte le prigioni hanno le sbarre: molte sono meno evidenti ed è difficile evadere perchè non sappiamo di essere prigionieri. Sono le prigioni dei nostri automatismi culturali che castrano l'immaginazione, fonte di creatività"
(Henry Laborit, biologo e filosofo)
"La regola d'oro è che non ci sono regole d'oro"
(George Bernard Shaw, scrittore)
L’Unesco comprende le ragioni dei palestinesi e della storia. Gli italiani no
Due articoli sulla risoluzione Unesco (Fatto 2.5.17 e Repubblica 3.5.17) LEGGI DI SEGUITO
Da Fatto Quitidiano 2.5.17) "Unesco, Alfano: "Italia contro risoluzione su Gerusalemme" "Gli italiani, e gli altri amici dell'oppressore dei palestinesi (e della verità storica) non hanno prevalso. Ma i giornali italiani tifano per Renzi, oppure non leggono i documenti.
""«La Risoluzione si intitola "Palestina Occupata" ed è stata presentata da Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan. Critica severamente il governo israeliano per i suoi progetti di insediamento nella Città Vecchia di Gerusalemme e nei pressi dei luoghi sacri di Hebron. Tra i Paesi che si sono pronunciati a favore del testo, ci sono anche Russia e Cina»
L’Italia si è espressa contro contro la risoluzione sul riconoscimento dei luoghi santi in Israele presentata all’Unesco. Il documento, però, è stato comunque approvato grazie al voto di 22 Paesi. “Ho dato precise istruzioni di voto al rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unesco: votare No contro l’ennesima risoluzione politicizzata su Gerusalemme, tra l’altro nel giorno di una importante festa nazionale israeliana”, aveva annunciato il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. “La nostra opinione – dice il numero uno della Farnesina – è molto chiara: l’Unesco non può diventare la sede di uno scontro ideologico permanente in cui affrontare questioni per le cui soluzioni sono deputate altre sedi. Coerentemente con quanto dichiarato a ottobre noi, dunque, voteremo contro la risoluzione, sperando che questo segnale molto chiaro venga ben compreso dall’Unesco”.
Perche’ i radar dei media si sono spenti
Articolo di Nadia Urbinati (Repubblica 12.11.16)
""I radar dei media che fanno opinione — il New York Times in testa — sono stati spenti o mal posizionati, almeno nell’ultima parte della campagna elettorale che si è conclusa con la vittoria di Donald Trump. E il Times fa pubblica ammenda e parla di errore di “bersaglio” che “significa molto di più dell’aver sbagliato i sondaggi, perché si è trattato dell’incapacità di percepire la rabbia ribollente di una parte così vasta dell’elettorato americano, che si sente abbandonato con una ripresa economica che non coinvolge tutti e tradito da una serie di accordi commerciali che considera una minaccia al proprio posto di lavoro voluta dall’establishment di Washington, da Wall Street e dagli organi di informazione”.
I radar dei media liberal erano mal posizionati perché tirati dentro il gorgo della battaglia partigiana fino al punto di diventare essi stessi organi di propaganda — della parte buona, certo, moralmente buona. Ma la bontà dell’obiettivo non li assolve. Gli organi di informazione — quelli di larga diffusione nazionale in primo luogo — dovrebbero avere la funzione di comprendere (e far comprendere) quel che avviene nella società, studiarlo nei suoi fattori e nelle possibili manifestazioni e conseguenze, infine anche esprimere giudizi, certo, e, in questo senso, orientare. Il giudizio non può essere taciuto né soppresso perché il “fatto” non è un dato oggettivo che si trova per strada (diceva Antonio Labriola che i fatti non sono «come caciocavalli appesi» che si trovano già fatti). Ed è proprio perché fatti e giudizio politico sono così strettamente legati che il lavoro dei media è di grande responsabilità e di delicata combinazione di analisi e comprensione critica.
Elena Cattaneo ancora contro il polo della scienza all’Expo
Articolo di Ettore Livini (Repubblica 19.3.16)
«Human Technopole è un obiettivo importante, i mezzi approntati per raggiungerlo impropri e fuorvianti. Così come è concepito oggi, sarà solo una Signoria creata per legge e dotata di tesoretto. Fatta di una corte, completa di vassalli e valvassori, così nessuno avrà voglia di dissentire». Elena Cattaneo, senatrice a vita e docente alla Statale di Milano, a quasi un mese dalla polemica lanciata dalle colonne di “Repubblica”, insiste sulla sua tesi. E non usa giri di parole per descrivere l’assegnazione fatta a tavolino all’Istituto italiano di tecnologia (Iit, «una fondazione di diritto privato largamente finanziata con risorse pubbliche») della regia del polo di ricerca che nascerà sull’area dell’Expo grazie a 1,5 miliardi di finanziamenti pubblici. «Il Governo – ricorda – ha invertito le priorità. Domandandosi prima “che facciamo di questi terreni” invece che “di cosa ha bisogno la ricerca in Italia”.
Unioni civili, un brutto primo passo
Articolo di Nadia Urbinati (manifesto 27.2.16) "Diritti. Aveva visto giusto Antonio Gramsci: il problema della debolezza liberale in Italia sta nella presenza non tanto del cattolicesimo ma del Vaticano e del suo grande potere di veto"
""Sì, vi è da rimanere delusi per l’incapacità dei nostri rappresentanti di andare oltre gli ostacoli del pregiudizio; per l’incapacità di osare di sentirsi davvero liberi legislatori che rispondono alla richiesta di eguali diritti che viene dal paese. E vi è di che rammaricarsi che il Pd sia così miscellaneo sui valori fondamentali (una tara che si porta dietro fin dalla nascita) da essere incapace di approdare a una decisione unanime, dando l’impressione che si tratti di due partiti in uno più che di un partito con visioni plurali. Il bisogno di bussare alla porta di Verdini è da solo una dichiarazione di impotenza e pochezza. E c’è di che inquietarsi per la massiccia e nemmeno velata interferenza del clero romano con le istituzioni dello Stato. Aveva visto giusto Antonio Gramsci quando scriveva che il problema della debolezza liberale del nostro paese sta nella presenza non tanto del cattolicesimo ma del Vaticano. La cattolicissima Irlanda è molto più libera nelle sue leggi della meno religiosa Italia. Il Vaticano ha un potere di veto che non deve essere sottovalutato mai.