Iniziativa Laica I laici tendono a difendersi, e' ora di attaccare !

1feb/15Off

Obbedienza e conformismo

Conformismo è la costante che ci è sembrato cogliere nella maggioranza degli articoli sulla stampa che abbiamo letto sull'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Amando noi il 'pensiero libero e critico' preferiamo riportare due articoli fuori dal coro pubbliocati su Il Fatto 1.2.15. "Come si fa un Presidente" (di Furio Colombo) e "Matteo ordina, le Camere obbediscono “Signorsì” (Wanda Marra) e uno pubblicato su La< Stampa 1.2.15 'La sinistra porta a casa la pelle'quasi felice di morire (Jacopo Iacoboni) LEGGI DI SEGUITO

Furio Colombo

""A cose fatte si può dire. Tutto è avvenuto in stanze chiuse. Schede bianche, centinaia, per due giorni. Sono state come grandi tendoni calati di fronte a una scena che non è pronta. Dicono con chiarezza una cosa: nessuno deve sapere. O meglio pochi. Ma chi? Nessun estraneo comunque deve metter bocca, o avere o proporre opinioni su un delicato lavoro in corso, che è la costruzione del nuovo presidente della Repubblica.
Se siete estranei ai lavori, guardatevi i vostri programmi tv, ricchi di ipotesi e di pareri di chi non sa, o state lontani dall’argomento. Il dovere civico non è più “partecipare”. Il dovere civico è di non ingombrare. A certe cose pensano alcuni. Mentre scrivo non posso fare a meno di pensare a un celebre libro americano (1962) a cui ho rubato il titolo di questo articolo. Era la storia di come era diventato presidente John Fitzgerald Kennedy, e la fama, prima giornalistica e poi accademica di quel libro era dovuta (lo è ancora, nell’insegnamento di Scienze politiche o di “scuole di governo”, nelle Università americane) alla quantità ed esattezza di dettagli e notizie precise, e alla valutazione critica di tutti i passaggi e sviluppi, da quando Kennedy è un giovanotto gradevole e ignoto, fino all’insediamento alla Casa Bianca.

31gen/15Off

Von Trotta e Hanna Arendt, la “banalita’ ” della buona tv

Articolo di Elisabetta Ambrosi (Fatto 31.1.15)

""È andato in onda in prima assoluta giovedì sera – al termine di una settimana dedicata da Rai tre alla memoria – il film su Hannah Arendt di Margarethe Von Trotta. E subito è finito tra gli hashtag twitter #latvchevorrei, nonostante le ironie dei webnauti su possibili reazioni della ministra Lorenzin, visto che la brava protagonista Barbara Sukowa fuma ininterrottamente per tutto il film. Il film avrebbe senza dubbio meritato un battage pubblicitario più insistente oltre che, impensabile utopia da noi, una proiezione in prima serata su Rai uno, magari seguita da un dibattito degno di questo nome. Perché la pellicola è una ricostruzione magnifica e fedele della figura della filosofa politica Hannah Arendt e in particolare degli anni della pubblicazione di uno dei suoi più celebri saggi, La banalità del male (pubblicato da Feltrinelli): una ricostruzione capace di semplificare il complesso pensiero della scrittrice tedesca, senza perdere in profondità né in rigore.

29gen/15Off

«Un rapporto da fratelli non puo’ funzionare. Serve il coraggio dei no»

Intervista allo psicanalista  junghiano Luigi Zoja di Riccardo Bruno (Corriere 29.1.15)

"Luigi Zoja, psicanalista junghiano, quindici anni fa ha scritto Il gesto di Ettore, un caposaldo nell’analisi tra padri (assenti) e figli, testo ancora molto letto e tradotto. «Ettore si sfila l’elmo, prende in braccio il figlio e prega che diventi più forte di lui — spiega Zoja —. Nella mitologia non c’è solo Edipo, il padre castrante, ma anche la figura di un genitore forte e positivo». Papa Francesco parla di figli «orfani», perché vivono in famiglie con padri assenti. «L’atteggiamento della madre è radicato nella biologia, e in tutte le culture varia di poco. Quello del padre è invece variabilissimo: non basta avere il ruolo fecondante, bisogna riconoscere e alimentare il proprio figlio, fisicamente ma anche affettivamente e culturalmente.

25gen/15Off

Italiani brava gente?

Articolo di Raffaele Liucci (Sole 25.1.15) sul libro di Simon Levis Sullam, «I carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei, 1943-1945», Feltrinelli pagg. 150, € 15

""Ecco un libro urticante, soprattutto per i nostri connazionali ancora ben disposti a cullarsi nel «mito del bravo italiano». Ma per capire se un popolo è stato davvero più umano di altri, occorre certificarne il comportamento nei momenti decisivi della sua storia. Per far questo, Simon Levis Sullam focalizza la propria attenzione sul biennio 1943-45, crogiolo dell’Italia repubblicana. La sua analisi – tanto rigorosa quanto sobria, malgrado il tema dolorosissimo – s’articola lungo tre assi.
Innanzitutto, il libro offre un diorama capillare delle complicità italiane nello sterminio degli ebrei, attingendo alle ricerche più aggiornate. Benché molti siano tuttora persuasi che il nostro Paese sia rimasto fuori dal cono d’ombra dell’Olocausto, Levis Sullam documenta al di là di ogni ragionevole dubbio il ruolo determinante ricoperto nel genocidio dagli apparati dello Stato: partito fascista, Guardia Nazionale Repubblicana (carabinieri inclusi), forze di polizia, questure, prefetture, Ispettorato generale per la razza. Senza il loro concorso, difficilmente l’«invasore» tedesco avrebbe potuto eliminare 8.869 ebrei residenti in Italia (6.746 dei quali deportati fuori dai nostri confini).

13giu/14Off

“Avevamo ragione: e’ svolta autoritaria”

Intervista a Stefano Rodotà di Silvia Truzzi (Fatto Q. 13.6.14) e articolo di Mattia Feltri (Stampa 13.6.14) LEGGI DI SEGUITO

""Bisogna chiamarlo, Stefano Rodotà, per chiedergli un commento sull’epurazione democratica dei senatori dissenzienti, sapendo che alla fine si diranno cose molto simili alle ultime interviste? “Non bisogna essere pessimisti. Vede, la scomunica a noi professoroni è stata utile. Dopo si è innescato un circuito virtuoso di proposte e audizioni parlamentari. La vicenda dei senatori, quella di Mineo in particolare, è l’ennesima forzatura”.
Professore, da dove nasce l’insofferenza verso il dissenso?
Se Renzi e i suoi, la ministra Boschi soprattutto, avessero degnato di un minimo d’attenzione la discussione che c’è stata nell’ultimo periodo, sarebbero oggi in condizione di fare una riforma costituzionale davvero innovativa, considerando i suggerimenti che sono arrivati per la legge elettorale, per la composizione e le funzioni del Senato. Invece c’è stata un’indifferenza assoluta verso una discussione che ha visto coinvolti anche molti studiosi vicini all’area politica in cui si muove il governo: la conferma di una scarsissima cultura costituzionale.

3giu/14Off

Privatizza, precarizza, taglia: il monito della Commissione Ue a Renzi

Articolo di Roberto Ciccarelli (Manifesto 3.6.14)

"""Più pri­va­tiz­za­zioni, tagli alla spesa pub­blica e una mano­vra cor­ret­tiva dello 0,2% del Pil nel 2014 e dello 0,4% nel 2015. Sono le prin­ci­pali rac­co­man­da­zioni alla poli­tica eco­no­mica ita­liana che la Commissione Euro­pea ha dif­fuso ieri in attesa di sot­to­porle all’approvazione del Con­si­glio Ue. Quella dell’esecutivo peg­giore della sto­ria dell’Unione Euro­pea non è tut­ta­via una boc­cia­tura del governo Renzi, ma un invito ad appro­fon­dire la reces­sione con­ti­nuando sulla strada dell’«austerità espansiva». Una poli­tica basata su un’illusione smen­tita da quat­tro anni di auste­rità: più tagli alla spesa pub­blica cor­ri­spon­dono ad un aumento della cre­scita. Renzi ha accolto con un tran­quillo «no com­ment» il responso così tanto atteso. Per lui è la con­ferma dei passi già fatti in attesa della for­ma­zione della nuova Commissione e del seme­stre ita­liano alla guida Ue che ini­zia tra un mese.

13nov/13Off

“Stabilita’ “

Articolo di Nichi Vendola sull'Huffington Post di oggi: ""

Quanta amara ironia si potrebbe fare sulla parola stessa - legge di stabilità - che determinerà la situazione economica del nostro Paese nei prossimi anni. È la stabilità dell'esistente, delle compatibilità date senza un'idea minima di come modificarle, la stabilità delle politiche di austerità introdotte da Monti e da Fornero, la stabilità della recessione e della depressione, la più alta in tutta Europa, che proprio quelle politiche hanno prodotto. È la stabilità, per intenderci, degli esodati, metafora italiana dell'ingiustizia sociale generata dalla inconcludente presunzione della tecnica al governo, e parola che non si ritrova in nessuna riga del testo presentato da Enrico Letta e dal suo governo. Con questa legge si propone al Paese una politica della finanza pubblica che, non a caso, produce reazioni schizofreniche     ...    ""

Leggi l'articolo:

http://www.huffingtonpost.it/nichi-vendola/questa-legge-di-stabilita-delle-larghe-intese-e-pura-continuita-delle-politiche-di-monti-da-bocciare-in-tutti-i-suoi-articoli_b_4265608.html?utm_hp_ref=italy

8lug/13Off

Burocrazia. La parola per meta’ greca che la polis non conosceva

Articolo di Luciano Canfora (Corriere 8.7.13)

""La parola è un composto ibrido, metà francese (bureau) e metà greco (kratein = esercitare il comando). Si possono avere verso la burocrazia due atteggiamenti opposti: di disprezzo o di apprezzamento. Nel «Grand Dictionnaire Universel du XIX siècle» (tomo II), capolavoro di Pierre Larousse, la parola viene così definita e spiegata: «Influenza abusiva del personale degli uffici nella amministrazione». E il primo esempio addotto, tratto da uno scritto di De Gérando, è: «La burocrazia è il dispotismo dell'inerzia». Al contrario, Gaetano Mosca, negli Elementi di scienza politica (II ed. 1923), distingueva due modelli di organizzazione statale: da una parte lo Stato feudale composto di «piccoli aggregati sociali ognuno dei quali possiede tutti gli organi necessari per bastare a se stesso», dall'altro lo Stato burocratico nel quale «ad un avvenuto differenziamento di funzioni corrisponde il costituirsi di classi di funzionari distinte e specializzate».

28giu/13Off

L’ateo, il credente, il chierico

Articolo di Maria Mantello: ""A più di qualcuno sarà capitato di essersi imbattuto in quella figura di credente che quando dichiari il tuo ateismo ti perseguita con la sua compassionevole azione conversionista. Cerca d’incontrarti, di trattenersi con te. Ogni scusa è buona per parlarti di Dio, del gruppo parrocchiale che frequenta, di quanto la fede sia appagante. E se garbatamente cerchi di fargli capire che proprio la Religione non ti interessa e tanto meno di frequentare strutture clericali; che insomma sei un ateo felice che rispetta chi crede, ma vuole lo stesso rispetto, comincia a parlarti (tra un intercalare e l’altro di graziaddio) di miracoli e guarigioni inspiegabili. Tu sei in fondo l’ ”anomalia” per la sua identità    ...   ""

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http://ilrasoiodioccam-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/06/26/l%E2%80%99ateo-il-credente-il-chierico/

10mar/13Off

Adesso la Chiesa apra le sue porte

Articolo di Vito Mancuso: ""     ...    la differenza essenziale è tra ordine e organizzazione. L'ordine scende dall'alto, l'organizzazione sale dal basso, l'ordine è maschile, l'organizzazione è femminile, laddove maschile e femminile indicano due modi diversi di stare al mondo e di considerare gli altri: da un lato un modo dominante, dall'altro un modo cooperante; da un lato il primato, dall'altro la relazione; da un lato il dictatus, dall'altro il collegium. Oggi in Occidente nessun sistema complesso può essere governato dall'alto imponendo ordine in modo direttivo. I popoli e le società, la scuola e il mondo dell'educazione, le famiglie de jure e quelle solo de facto, persino le aziende più innovative mettono in discussione il modello tradizionale di leadership    ...    ""

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http://temi.repubblica.it/micromega-online/adesso-la-curia-apra-le-sue-porte/