Sea Watch. Lo scontro di civilta’ tra Carola e Salvini
Articolo di Guido Viale (manifesto 30.5.19) “Fortezza Europa. Ci troviamo di fronte a uno scontro che non separa nazioni, religioni o continenti, ma persone che vivono una accanto all’altra e persino all’interno di ciascuno di noi”
“”Carola Rackete è una donna coraggiosa e solidale che sfida l’arresto per restituire la vita ai naufraghi che è andata a salvare. Matteo Salvini è un uomo vigliacco e cinico che si è sottratto al processo che lo vedeva imputato, per continuare a destinare a morte e tortura i profughi sulla cui dannazione ha costruito la sua carriera. Ai piedi di Salvini si è radunato un esercito, in parte organizzato, in parte spontaneo, di persone che con un linguaggio violento, maschilista e volgare – come si evince dalla sua onnipresenza sul web – sembra ritenere che il proprio futuro dipenda dall’abbandono, dall’annegamento, dalla tortura e dallo stupro di migliaia di altri esseri umani. Ciò che accade al di là dei patri confini non li interessa: il ruolo di aguzzini per ora lo delegano ad altri (anche quando a farne le spese sono degli italiani come Giulio Regeni. In quel caso il motto è «prima gli affari»; o «prima gli egiziani»). Domani – come insegna la storia – potrebbe toccare a loro la parte delle vittime, oppure quella di «volonterosi carnefici».
Fratellanza
Da L’Espresso 16.6.19, “La parola” di Wlodek Goldkorn
””Non fate agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi. Così, nella Dichiarazione dei diritti. Doveri del cittadino è definita la parola Fratellanza, la terza del trinomio della Rivoluzione Francese. Si di p e spesso che i due principi primi: Libertà e Uguaglianza non siano compatibili l’uno con l’altro, e per uscire dall’impasse della scelta tra i due venne aggiunto il terzo, la Fratellanza appunto.
Sarà vero, ma già quattro anni prima della presa della Bastiglia, Friedrich Schiller aveva auspicato: “Alle “Menschen werden Brüder“, tutti gli uomini saranno fratelli, versi integrati nell’ultimo movimento della Nona Sinfonia di Beethoven a sua volta diventata l’inno dell’Europa. Oggi il poeta romantico tedesco sarebbe liquidato come un buonista, anima bella. Infatti fu lui a teorizzare l’idea della bella anima, con tanto di rimandi alla classicità greca del bello e buono (kalòs kai agathòs). E del resto, per i cantori del “padroni a casa nostra”, il motto evangelico “Ama il tuo prossimo” sembra un pericoloso slogan comunista, peggio del “Proletari di tutto il mondo unitevi” (altra declinazione dell’idea che siamo tutti fratelli).
E nel concreto. La parola fratellanza, oggi grazie al femminismo declinata pure come sorellanza, ci dice una cosa: siamo tutti una famiglia, seppur le famiglie migliori sono disfunzionali. E quindi l’Altro è lo specchio di noi stessi. Per questo talvolta lo invidiamo, altre volte lo odiamo, ma in fine dei conti, essere solidali con il Prossimo significa aiutare se stessi. Diceva Hillel il Vecchio, fondatore dell’etica ebraica parafrasato dai Vangeli: “Se io non sono per me, chi è per me? E se io sono solo per me stesso, cosa sono?”.
Guerra di Spagna, una lunga resistenza in otto canzoni
Articolo di Rudi Assuntino (manifesto 8.2.19) “1936-39. Storia di straordinaria solidarietà internazionalista da raccontare all’Europa di oggi. Attraverso i suoni, le parole e le immagini. La volontaria francese Marina Ginestà (1919-2014) in Spagna, all’età di 17”
“”La guerra di Spagna (1936-1939) fu la prova generale del secondo conflitto mondiale e anticipazione di tragedie di sconvolgente attualità. Imperialismo, fascismo, inerzia delle potenze europee favorirono la sperimentazione di tecniche belliche disumane (come i bombardamenti aerei sui civili). La lotta di resistenza all’aggressione franchista fu anche però straordinaria occasione di solidarietà internazionale: almeno 50mila i volontari accorsi da 53 Paesi a sostegno della Repubblica. Quasi 5mila gli italiani. Proprio in difesa di quel patrimonio, dei valori più alti che l’umanità seppe esprimere, l’Associazione italiana dei combattenti volontari antifascisti di Spagna (Aicvas), a chiusura delle celebrazioni dell’80mo anniversario di quegli eventi ha prodotto tra l’altro La lunga Resistenza, un documentario disponibile sul web, della durata di oltre 3 ore e mezza, di Italo Poma e per la regia di Luciano D’Onofrio, che racconta l’epopea degli antifascisti italiani con materiali di repertorio, interviste ai protagonisti quand’erano in vita e contributi scientifici di storici italiani, francesi e spagnoli. Poi c’è la musica.
Gino Strada «Gli inizi di Emergency? La svolta fu il Costanzo Show Non chiamatemi pacifista»
Articolo di Francesco Battistini (Corriere 27.1.19)
“”Il chirurgo: nel mondo umanitario c’è molto dilettantismo. Emergency fa 25 anni. Che cosa si regala? «Un ospedale in Uganda, disegnato gratis da Renzo Piano. Costruito con terra di scavo. Poi andremo a farne uno in Yemen». Altro bel posto complicato... «Il peggio è la Somalia. Ci ho provato per dieci anni: con gli Shabaab non si parla. Idem in Cecenia, rien à faire. Tirano su il muro. A un certo punto, devi rassegnarti». Ma come fa, Gino Strada, a entrare in questi posti? «Non ho ricette. In Sudan, ci chiese d’intervenire il governo. In Iraq, andammo alla ventura con tre macchine da Milano. Prima di partire si parla con tutte le parti: guardate che non c’entriamo con la vostra guerra... Mai avuto un morto, facendo le corna. Ma la gestione della sicurezza dev’essere precisa». Come fu la prima riunione, nel 1994? «A casa mia a Milano, fino a ore tarde. Carlo Garbagnati, una ventina d’amici, non tanti medici (erano scettici). E la mia adorata Teresa, che sarebbe diventata insostituibile. Ci fu una cena al Tempio d’Oro, in viale Monza. Raccogliemmo 12 milioni di lire, ma volevamo cominciare dal genocidio in Ruanda e non bastavano. Ne servivano 250. Io dissi: beh, ragazzi, firmiamo 10 milioni di cambiali a testa... Per fortuna venni invitato da Costanzo e, puf, la tv è questa cosa qui: in un paio di mesi, arrivarono 850 milioni. Gente che mi suonava al campanello di casa, ricordo una busta con dentro duemila lire spillate».
Regioni in campo contro il ‘decreto sicurezza’
Articolo di Riccardo Chiari (manifesto 8.1.19) “Diritti negati. La Toscana ufficializza il ricorso alla Consulta. Piemonte, Umbria ed Emilia Romagna faranno altrettanto, anche Basilicata, Lazio e Sardegna sul punto di muoversi. Impugnati davanti alla Corte Costituzionale l'articolo 1 e l'articolo 13 del "decreto Salvini", quelli che cancellano la protezione umanitaria e l'iscrizione anagrafica. Porte aperte ai sindaci "disobbedienti", per la decisione della Corte Costituzionale necessario circa un anno di tempo.”
“”Un fiume in piena. Al ricorso alla Consulta contro il ‘decreto sicurezza’ da parte della Toscana, ufficializzato con una delibera ad hoc, si sono aggiunte prese di posizione analoghe da parte di Umbria, Piemonte ed Emilia Romagna. Mentre Calabria, Lazio, Basilicata e Sardegna sono sul punto di muoversi. “Ci coordineremo con le Regioni e i Comuni che ci hanno chiesto di capire cosa stiamo facendo – tira le somme il presidente toscano Enrico Rossi – siamo già in contatto. Si sta creando un movimento davvero ampio. E nella delibera abbiamo puntualizzato che vogliamo rivolgerci ai Comuni: siamo a disposizione per consentire anche a loro il ricorso alla Consulta, perché possono farlo attraverso le Regioni, è stabilito per legge. Il ricorso sarà redatto dalla nostra avvocatura, quindi non spenderemo fuori niente, e inviato entro un mese. Poi sarà la Corte Costituzionale che si pronuncerà”. Fra circa un anno, osservano in proposito gli addetti ai lavori.
L’altruismo conviene, rafforza solidarieta’ e conoscenze
Articolo di Telmo Pievani (Corriere 16.12.18)
“”Sacrificarsi per i propri figli è facilmente spiegabile sul piano evolutivo: sono i continuatori della nostra linea genetica. Meno intuitiva è la strategia di partorire cuccioli immaturi come i nostri, il cui cervello si sviluppa per due terzi dopo la nascita. Accudirli per anni durante l’infanzia e l’adolescenza prolungate è un adattamento assai costoso per i genitori e per il gruppo. Gli erbivori nella savana fanno il contrario, accelerano la crescita per non finire predati: i cuccioli appena nati devono alzarsi in piedi in tutta fretta e correr dietro alla madre e al gruppo. Nella fragilità degli infanti umani si nasconde però un vantaggio per il quale val la pena rischiare: i piccoli, ancorché vulnerabili, avranno più tempo per giocare, per imitare gli adulti, per imparare, per sperimentare.
“Mimmo Lucano: «Riace un modello virtuoso. E con i conti a posto»
Intervista al sindaco di Riace di Silvio Messinetti (manifesto 31.8.18) "Il Viminale verso lo sblocco dei fondi dell'accoglienza. Il sindaco: "Si erano sbagliati su di noi. Una manifestazione per i migranti? Aderisco convintamente. Tutti coloro che si riconoscono nella Costituzione dovrebbero scendere in piazza"
""Sindaco Mimmo Lucano, allora i fondi per Riace si sbloccano. La lotta nonviolenta ha dato i suoi frutti? Intanto, tengo a precisare che si tratta di voci e non ho conferme ufficiali. Ma sono moderatamente ottimista. Si erano sbagliati su di noi. E tutto ciò che di brutto era stato detto su Riace erano solo diffamazioni e castronerie avallate da prefettura e governo Gentiloni. Le controdeduzioni che abbiamo inviato a Roma hanno dimostrato che il modello Riace non solo è virtuoso da un punto di vista etico ma è a posto anche con i conti. Pare che qualcuno al ministero dell’Interno abbia finalmente letto le nostre obiezioni e si sia reso conto che non solo devono ripristinare i finanziamenti, ma devono anche restituire i crediti pregressi. Il processo è in itinere, ma a quanto pare dovranno restituirci anche i fondi del 2017.
In concreto questi soldi a cosa serviranno? A pagare due anni di debiti arretrati. Siamo una comunità di 400 abitanti in default senza questi finanziamenti statali che erano dovuti. E’ una questione di sopravvivenza di una intera popolazione, per l’ospedale, per le scuole, per i servizi pubblici.
Lunga vita a chi e’ altruista
Articolo di Annamaria Testa, esperta di comunicazione (Internazionale 2.7.18)
“”È l’altruismo ciò che ci rende davvero umani? Ci sono vantaggi nell’essere altruisti? Oppure l’altruismo non è mai disinteressato, e in fin dei conti non è altro che una forma superiore di egoismo? È la versione chic del buonismo più estremo? Qui vi presento una definizione sintetica, qualche fatto e qualche studio recente. Poi, decidete voi. Io mi limito a suggerire che, in questi tempi in cui essere “cattivisti” va così di moda, e in cui ogni forma di altruismo rischia di essere etichettata come buonismo obsoleto e fallimentare, un pensierino in più sull’essere altruisti ci potrebbe anche stare.
Chiamiamo “altruistico”, dal latino alter (altro), l’atteggiamento e il comportamento di chi non si limita a conciliare il bene proprio con quello altrui (come dovrebbe fare ogni brava persona) ma si preoccupa del bene altrui a prescindere dal proprio, e lo fa affrontando un rischio o un costo, e senza attendersi alcuna ricompensa.
Etienne Balibar: Per un diritto internazionale dell’ospitalita’ degli erranti
Articolo di Étienne Balibar (Manifesto 12.8.18) “L’ecatombe quotidiana nel Mediterraneo impone una rifondazione delle norme pari alla portata dei grandi proclami del dopo guerra”
“”Non sono una classe né una razza, la condizione degli erranti rappresenta la mancanza di diritti che bisogna colmare perché ci sia finalmente uguaglianza nell’umanità. Nel Mediterraneo la situazione è sempre più tesa. Un’ecatombe quotidiana, in parte dissimulate. Stati che, per parte loro, istituiscono o tollerano pratiche di eliminazione che la storia giudicherà senza dubbio come criminali. Contemporaneamente, hanno luogo iniziative che incarnano lo sforzo di solidarietà della «società civile»: città-rifugio, «passeurs d’umanità», navi di salvataggio troppo sovente costrette alla guerriglia contro l’ostilità dei poteri pubblici. Questa situazione esiste anche in altre parti del mondo. Ma per noi, cittadini europei, riveste un significato e ha un’urgenza speciale. Richiede una rifondazione del diritto internazionale, orientato verso il riconoscimento dell’ospitalità come «diritto fondamentale» che imponga agli stati degli obblighi, la cui portata sia almeno eguale a quella dei grandi proclami del dopo guerra (1945,1948,1951). Bisogna quindi discuterne.
Altruismo: una scelta che migliora la vita, e non solo
Articolo di Annamaria Testa (Nuovoeutile 2.7.18)
“”È l’altruismo ciò che ci rende davvero umani? Ci sono vantaggi nell’essere altruisti? L’altruismo non è mai disinteressato, e in fin dei conti non è altro che una forma superiore di egoismo? È la versione chic del buonismo più smidollato?
Qui vi presento una definizione sintetica, qualche fatto e qualche studio recente. Poi, decidete voi. Io mi limito a suggerire che, in questi tempi in cui essere cattivisti va così di moda, e in cui ogni forma di altruismo rischia di venire etichettata come buonismo obsoleto e fallimentare, un pensierino in più sull’essere altruisti ci potrebbe anche stare.
IL BENE ALTRUI. Chiamiamo “altruistico”, dal latino alter (altro), l’atteggiamento e il comportamento di chi non si limita a conciliare il bene proprio con quello altrui, come dovrebbe fare ogni brava persona, ma si preoccupa del bene altrui a prescindere dal proprio, e lo fa affrontando un rischio o un costo, e senza attendersi alcuna ricompensa.