People’s Climate March
Articolo di Emanuele Bompan (Stampa online 21.9.14)
""Segnatevi questo nome “People’s Climate March”: sarà la più grande mobilitazione globale per il clima della storia. In vista del Climate Summit, l’incontro d’emergenza ONU voluto da Ban Ki-Moon per discutere del problema del cambiamento climatico società civile, ambientalisti, movimenti e semplici cittadini hanno deciso di mobilitarsi domenica 21 settembre. Il messaggio è chiaro: le Nazioni devono agire subito per affrontare il cambiamento del clima. Prima che sia troppo tardi. La mobilitazione è senza precedenti. Si terranno manifestazioni in tutte le città del mondo per mandare un chiaro messaggio ai governanti che martedì si riuniranno a New York per il vertice d’emergenza Onu sui cambiamenti climatici - per l’Italia ci saranno il premier Renzi e il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
Nella Grande Mela è tutto pronto. Gli organizzatori, guidati dal movimento globale 350.org, nato dalla mente di Bill McKibben, prevedono oltre un milione di persone. Secondo McKibben il climate change «è il problema globale che definisce una generazione. Non possiamo ignorarlo». Un recente studio di Oxfam ha stabilito che negli ultimi 5 anni il cambiamento climatico ci è costato 500 miliardi di dollari. E gli studi degli scienziati mostrano fenomeni sempre più preoccupanti, come la crescente concentrazione di CO2 nell’atmosfera (sopra le 400 ppm) e la crescente acidificazione degli oceani.
New York sarà quindi un momento storico, nel vero senso della parola e non tanto come proclama mediatico. Anche online i “netizen”, la cittadinanza attiva della rete si è mobilitati per chiedere di trasformare la terra in “un pianeta a emissioni zero” attraverso la rapida trasformazione delle nostre società ed economie per arrivare al 100% di energie pulite entro il 2050. Oltre 2 milioni di persone hanno firmato la petizione internazionale lanciata dalla rete di mobilitazione globale Avaaz.
«Due milioni di firmatati sono un chiaro segnale per il mondo politico: i cittadini del mondo sono coscienti della sfida per salvare il clima e sono pronti a chiedere un cambiamento: è necessaria un’immediata rivoluzione energetica verso le energie rinnovabili. La presa di coscienza è il primo passo per innescare questa rivoluzione, poi però serve anche altro. Il cambiamento non avviene perché uno clicca like su Facebook, ma perché decide di essere coinvolto.», spiega Veronica Caciagli, presidente di Italian Climate Network.
La People’s Climate March si articolerà in tremila manifestazioni contemporanee programmate in tutte le città del mondo: da Rio a Parigi, da Nuova Delhi a Bogotà, Da Londra a Melbourne, da Giacarta a Berlino, da Lagos a Roma, solo per citarne alcune.
In Italia sono previsti almeno 150 eventi, praticamente in ogni città della penisola. L’epicentro sarà Roma con la manifestazione promossa dal Coordinamento Power Shift Italia che include Italian Climate Network, Legambiente e KyotoClub in collaborazione con l’adesione di Wwf Italia, Oxfam Italia, Avaaz, FIMA – la federazione dei giornalisti green - e tante altre associazioni ambientaliste. Alle 15 appuntamento al Colosseo per formare una grande coreografia umana che verrà fotografata dall’alto e proiettata alla manifestazione di New York e al summit Onu; dopo la foto tutti in sella per una biciclettata a ritmo di musica attraverso il centro di Roma che confluirà ai Fori Imperiali, dove sono in programma interventi pubblici, musica dal vivo, installazioni artistiche e la diretta della marcia newyorkese.
«Sono 3 le richieste che portiamo al governo italiano, che sarà presente il 23 settembre al summit di New York, con Matteo Renzi», spiega ancora Caciagli, una delle ideatrici dell’evento. «Che il tema del cambiamenti climatici diventi un punto prioritario nell’agenda di Governo, impegnandosi verso obiettivi ambiziosi di taglio delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra. Occorre un’accelerazione della trasformazione del sistema di produzione di energia che permetta l’uscita dai combustibili fossili e ponga fine ai sussidi alle fonti fossili, a favore di una generazione energetica distribuita, democratica e pulita.
Una trasformazione capace di creare anche nuovi posti di lavoro e occasioni di sviluppo, frenata solo dalle lobby del fossile». Al secondo punto si chiede un ruolo da leader in Europa. «Dobbiamo premere per i nuovi obiettivi al 2030, una tappa intermedia importante per la decarbonizzazione, proponendo +40% di risparmio energetico, +45% di fonti rinnovabili, -55% di riduzione di CO2». Ed infine la finanza climatica. «l’Italia deve rispettare gli impegni assunti in ambito internazionale e contribuire al Fondo Verde per il Clima e mantenere fede alle promesse della cooperazione allo sviluppo».""