Accadde oggi: approvata la riforma del Diritto di Famiglia
1975 - Viene varata la riforma del diritto di famiglia (legge n. 151), la quale, in attuazione del principio di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi enunciato dall'art. 29 della Carta Costituzionale, estende alla moglie tutti quei diritti, relativi al governo della famiglia, che fino a questo momento erano strettamente riconosciuti al marito.
Nel testo originario del Codice Civile del 1942, il diritto di famiglia concepiva una famiglia fondata sulla subordinazione della moglie al marito, sia nei rapporti personali sia in quelli patrimoniali, sia nelle relazioni di coppia sia nei riguardi dei figli; e fondata sulla discriminazione dei figli nati fuori dal matrimonio (figlio naturale), che ricevevano un trattamento giuridico deteriore rispetto ai figli legittimi.
Le innovazioni principali introdotte dalla riforma sono:
- l'innalzamento dell'età per contrarre matrimonio;
- notevoli modifiche delle cause di invalidità del matrimonio;
- l'integrale parificazione dei coniugi nel governo della famiglia e nella potestà sui figli;
- la previsione dell'intervento del giudice in alcuni casi di contrasto tra coniugi nella direzione della vita familiare;
- l'abolizione della "colpa" come causa di separazione personale dei coniugi;
- l'introduzione del regime di "comunione dei beni";
- l'abolizione della dote;
- l'attribuzione dell'azione di disconoscimento di paternità anche alla madre e al figlio;
- il riconoscimento dei figli adulterini;
- l'ammissibilità di una illimitata ricerca di paternità naturale;
- la sostanziale equiparazione della posizione dei figli naturali e dei figli legittimi;
- il miglioramento della posizione successoria del coniuge e dei figli.