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23mag/22Off

Accadde oggi: la strage di Capaci, ucciso Falcone

23 maggio

1992 - Sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci, a pochi chilometri da Palermo, avviene l'attentato mafioso in cui perdono la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, anch'essa magistrato, e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Questo attentato, indicato comunemente come Strage di Capaci, ha segnato una delle pagine più tragiche della lotta alla mafia ed è strettamente connesso a quello successivo del 19 luglio, di cui rimase vittima il giudice Paolo Borsellino, amico e collega di Falcone.
(In fondo potrai vedere un video sulla Strage di Capaci con riprese effettuate pochi minuti dopo che era avvenuta)
«Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande». Questa frase profetica sulla sua fine fu espressa dallo180px-Giovanni_Falcone stesso Giovanni Falcone solo un anno prima.
Falcone «era entrato in un gioco troppo grande» poiché non solo aveva portato alla sbarra e ottenuto la condanna del vertice «militare» di Cosa Nostra, ma aveva dato vita a un efficace metodo d'indagine contro le organizzazioni criminali, oltre ad aver ispirato un nuovo modello legislativo che è all'origine dei successi ottenuti dallo Stato nei confronti del fenomeno mafioso.
Luca Tescaroli, ex pubblico ministero a Caltanissetta che ha rappresentato la pubblica accusa nei confronti degli assassini del magistrato siciliano, ha affermato: «Falcone aveva disposto gli strumenti per punire i propri assassini».
Il magistrato siciliano, tuttavia, negli ultimi tempi era rimasto solo: la nomina alla direzione degli Affari Penali al ministero di Grazia e Giustizia era vista dai più come un ripiego dopo la mancata nomina a procuratore capo di Palermo e le difficoltà che incontrava la sua candidatura ai vertici della nascente procura antimafia.
A diversi anni dalla sua morte, sono stati giudicati e condannati i presunti assassini e mandanti della strage di Capaci. I vertici di Cosa Nostra sono stati, di fatto, decapitati. Ma poco ancora è stato accertato dei rapporti tra mafia e il cosiddetto «terzo livello», che genericamente si è sempre individuato nel mondo politico e finanziario di cui ha parlato per la prima volta il capostipite dei pentiti, Tommaso Buscetta.

 

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