Accadde oggi: muore Papa Gregorio XVI
1846 - Muore a ottant'anni Papa Gregorio XVI. Esercitò il suo pontificato, durato quasi 15 anni, in un periodo agitato dai primi moti risorgimentali.
La Curia Romana era convinta che le nuove idee liberali mettevano in dubbio la Chiesa, la religione e l’autorità, e pertanto erano totalmente da respingere.
E in questo senso si espresse il Papa, superando i limiti tenuti dai suoi predecessori; con la sua enciclica “Mirari Vos” del 15 agosto 1832; Gregorio XVI condannò non solo il razionalismo e l’indifferentismo, ma anche la libertà di coscienza, definita “pestilentissimo errore”; la cui strada era stata aperta dalla crescita della libertà d’opinione, egualmente pericolosa per la Chiesa e per lo Stato.
L’ipotesi che da questo tipo di libertà, potesse derivare una qualche utilità per la religione, venne respinta come “somma impudenza”, senza dare ulteriori spiegazioni; egualmente il papa condannava la separazione tra Stato e Chiesa e la diffusione dei libri critici, respingendo con inusitata durezza, ogni forma di sollevazione contro le autorità legittime.
Con questa enciclica e con altri interventi di magistero, di papa Gregorio XVI e poi di Pio IX, venne messa in atto una severa distinzione tra il cattolicesimo e le istanze spirituali e politiche del mondo moderno, sulla base di una linea di difesa autoritaria, che cercava di sopprimere la discussione.
Vi furono per questo, vari provvedimenti atti a controllare l’insegnamento in genere e la formazione sacerdotale in seminari strettamente dipendenti dall’autorità ecclesiastica, vari teologi europei di chiara fama, Bautain, George Hermes, soprattutto La Mennais, ebbero condannate le loro idee e tesi.
Il sistema retrivo di governo, portò nel tempo una crisi totale dell’agricoltura, dell’industria e del commercio in tutto lo Stato Pontificio; il bilancio statale a partire dal 1831, andò man mano aggravandosi e per rimediare si ricorse alla pressione fiscale, contraendo prestiti all’estero e aumentando lo scontento fra la popolazione; i moti rivoluzionari ricominciarono e allora fu chiesto l’intervento dell’esercito austriaco, facente parte della Santa Alleanza, che soffocò nel sangue le rivolte nelle varie regioni dello Stato Pontificio.
Papa Gregorio, ebbe anche aspri contrasti con alcuni Paesi europei (rottura delle relazioni diplomatiche con Spagna e Portogallo, per la legislazione anticlericale dei loro governi, frizioni con la Prussia per la questione dei matrimoni misti, scontro con il governo russo, che mirava a riportare all’ortodossia la Chiesa Rutena (chiesa cattolica di rito bizantino di una regione dell'Ucraina).
Particolarmente reazionario il suo Segretario di Stato dal 1836, il cardinale Lambruschini: egli era infatti nemico di qualsiasi cambiamento, tanto che ostacolò l'introduzione nello Stato della Chiesa delle ferrovie e dell'uso del gas e sotto di lui regnò l'arbitrio poliziesco, la censura e l'inquisizione.
Punti principali dell’enciclica "Mirari Vos"
condanna delle tesi della necessità di un rinnovamento della Chiesa:
« appare chiaramente assurdo ed oltremodo ingiurioso per la Chiesa proporsi una certa "restaurazione e rigenerazione", come necessaria per provvedere alla sua salvezza ed al suo incremento, quasi che la si potesse ritenere soggetta a difetto, o ad oscuramento o ad altri inconvenienti di simil genere »
riaffermazione dell’indissolubilità del matrimonio...
« l’onorando matrimonio dei Cristiani esige le Nostre comuni premure affinché in esso nulla s’introduca o si tenti introdurre di meno onesto che sia contrario alla sua santità o leda l’indissolubilità del suo vincolo »
... e del celibato ecclesiastico
« vogliamo eccitare sempre più la vostra costanza a favore della Religione, affinché vi opponiate all’immonda congiura contro il celibato clericale »
condanna dell’indifferentismo religioso:
« Veniamo ora ad un’altra sorgente trabocchevole dei mali, da cui piangiamo afflitta presentemente la Chiesa: vogliamo dire l’indifferentismo, ossia quella perversa opinione che per fraudolenta opera degl’increduli si dilatò in ogni parte, e secondo la quale si possa in qualunque professione di Fede conseguire l’eterna salvezza dell’anima se i costumi si conformano alla norma del retto e dell’onesto »
condanna della libertà di coscienza intesa come corollario dell’indifferentismo:
« Da questa corrottissima sorgente dell’indifferentismo scaturisce quell’assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire a ciascuno la libertà di coscienza: errore velenosissimo, a cui apre il sentiero quella piena e smodata libertà di opinione che va sempre aumentando a danno della Chiesa e dello Stato »
condanna della libertà di pensiero e di stampa:
« ...pessima, né mai abbastanza esecrata ed aborrita "libertà della stampa" nel divulgare scritti di qualunque genere; libertà che taluni osano invocare e promuovere con tanto clamore. Inorridiamo, Venerabili Fratelli, nell’osservare quale stravaganza di dottrine ci opprime o, piuttosto, quale portentosa mostruosità di errori si spargono e disseminano per ogni dove con quella sterminata moltitudine di libri, di opuscoli e di scritti »
riaffermazione del dovere di sottomissione ai sovrani legittimi:
« Avendo poi rilevato da parecchi scritti che circolano fra le mani di tutti propagarsi certe dottrine tendenti a far crollare la fedeltà e la sommissione dovuta ai Principi, e ad accendere ovunque le torce della guerra, vi esortiamo ad essere sommamente guardinghi »
condanna della separazione fra Stato e Chiesa:
« Né più lieti successi potremmo presagire per la Religione ed il Principato dai voti di coloro che vorrebbero vedere separata la Chiesa dal Regno, e troncata la mutua concordia dell’Impero col Sacerdozio. È troppo chiaro che dagli amatori d’una impudentissima libertà si teme quella concordia che fu sempre fausta e salutare al governo sacro e civile »
appello all’aiuto statale (concezione strumentale dello Stato):
« Per il resto, i Nostri carissimi figli in Cristo, i Principi, assecondino questi comuni voti – per il bene della Chiesa e dello Stato – con il loro aiuto e con quell’autorità che devono considerare conferita loro non solo per il governo delle cose terrene, ma in modo speciale per sostenere la Chiesa. Riflettano diligentemente su quanto deve essere fatto per la tranquillità dei loro Imperi e per la salvezza della Chiesa; si persuadano anzi che devono avere più a cuore la causa della Fede che quella del Regno »