Accadde oggi: massacro a Piazza Tienanmen
1989 - L'intervento militare dell'esercito cinese reprime nel sangue la "primavera democratica" degli studenti cinesi iniziata il 15 aprile di quell'anno. Colonne di carri armati entrano nella piazza centrale di Pechino occupata dai giovani in protesta e sparano sulla folla. Si conclude così con un massacro e un numero imprecisato di morti la Protesta di Piazza Tienanmen.
Simbolo di quella rivolta è considerato Tank Man, il rivoltoso sconosciuto che in totale solitudine e completamente disarmato affronta una colonna di carri armati: le fotografie che lo ritraggono sono popolari nel mondo intero e sono per molti un simbolo di lotta contro la tirannia. (In fondo potrai vedere un filmato sul massacro e sentire la canzone dei Nomadi "Uno come noi" dedicata a Tank Man)
Ancora oggi le stime dei morti variano. Il governo cinese parlò inizialmente di 200 civili e 100 soldati morti, ma poi abbassò il numero di militari uccisi ad "alcune dozzine". La CIA stimò invece 400–800 vittime. La Croce Rossa riferì 2600 morti e 30.000 feriti. Organizzazioni non governative come Amnesty International hanno denunciato che, ai morti per l'intervento, vanno aggiunti i giustiziati per "ribellione", "incendio di veicoli militari", ferimento o uccisione di soldati e reati simili. Amnesty International ha stimato che il loro numero è superiore a 1000.
Anche in questi giorni le Madri di Tienanmen, un gruppo di madri che richiede un mutamento delle posizioni del governo verso quella violenta repressione, hanno rivolto con una lettera un appello al governo cinese.
Il governo cinese sostiene che le manifestazioni studentesche del 1989 sono state “un moto controrivoluzionario” e fino ad oggi non ha fornito cifre sul numero delle vittime e sulla loro identità. Le Madri chiedono che sia fatta chiarezza e che il movimento studentesco venga rivalutato come un’iniziativa “patriottica”.
“Gradualmente – prosegue la lettera delle Madri – abbiamo capito che il sangue, le lacrime e le sofferenze del 4 giugno non sono solo una disgrazia per le famiglie ma sono una disgrazia per tutta la nazione". Rivolgendosi direttamente al governo, la lettera prosegue denunciando le restrizioni imposte alla libertà delle aderenti al gruppo delle Madri e conclude: “…ogni anno abbiamo chiesto un dialogo e ogni anno non avete avuto il coraggio di risponderci…non abbiamo paura del vostro silenzio, non abbandoneremo quello che abbiamo iniziato…”.
Qui sotto la canzone dei Nomadi "Uno come noi" dedicata a Tank Man.