“Un maestro di diritto e di vita”, alla Sapienza i funerali di Rodota’ “
Da repubblica.it 26.6.17 "La facoltà di Giurisprudenza rende omaggio al giurista, politico e docente dell'Ateneo, scomparso venerdì scorso. Il feretro è stato portato a Piazzale Aldo Moro dalla camera ardente allestita "Un maestro di diritto, ma anche un maestro di vita""
""È la sua Università che dà l'ultimo saluto a Stefano Rodotà. Che sui suoi studi e sui suoi insegnamenti giuridici ha fondato tutta la sua battaglia politica per i diritti civili in Italia. Lo ricorda Gaetano Azzariti in un commosso saluto: "Rodotà è stato protagonista attivo nell'eterna lotta del diritto a dare dignità alle persone concrete. Un giurista della società civile più che del diritto civile". Un elogio, il suo, a una personalità che ha reso grande la figura del giurista, nei confronti del quale troppo spesso "si è preferito utilizzare l'insulto", al posto di "essere disposti al dialogo".
I funerali di Stefano Rodotà si sono svolti alla Sapienza. Il giurista, politico e docente dell'Ateneo, scomparso venerdì scorso a 84 anni, è stato ricordato con una cerimonia laica alla facoltà di Giurisprudenza dell'università della Capitale. Un omaggio accademico, cui hanno partecipato il rettorato, i docenti, gli studenti e il personale amministrativo. Il feretro è stato portato nell'Aula 101 di Piazzale Aldo Moro 5 dalla camera ardente, allestita a Montecitorio.
Alla cerimonia sono intervenuti il rettore dell'università Eugenio Gaudio, il preside della Facoltà di Giurisprudenza Paolo Ridola, il professore di Diritto civile Guido Alpa e il professore di Diritto costituzionale Gaetano Azzariti. Ad assistere, molte figure istituzionali: tra gli altri, anche il presidente del Senato Pietro Grasso e la presidente della Camera Laura Boldrini.
"Oggi salutiamo un uomo curioso, moderno e corraggioso, lucido esempio per le nuove generazioni", ha detto in apertura il rettore Eugenio Gaudio. Il preside Paolo Ridola si è soffermato invece sul Rodotà prima "studente, poi maestro" alla Sapienza: "Oggi la facoltà s'inchina alla sua memoria", ha detto.
Il professor Guido Alpa ha fatto poi un excursus della lunga e prestigiosa carriera di Rodotà, che è stato tra l'altro docente ordinario di Diritto civile e punto di riferimento nel dibattito accademico e culturale internazionale, elogiando "il ruolo che ha svolto e che continua a svolgere nell'ambito della cultura giuridica". Al centro dei suoi studi, da sempre temi legati alla Costituzione, alla democrazia e all'intreccio tra privacy e internet.
Al termine della cerimonia, il cordoglio ai familiari del giurista. Poi
la passerella dei relatori lungo il corridoio centrale dell'Aula: "Grazie, avete fatto un bel ricordo", si è sentito dire chiaramente. Ad attendere il feretro, fuori dall'Aula, una folla di persone, che con un lungo applauso hanno dato il loro addio al "Garante".
Un appunto per non dimenticare Stefano Rodotà (Repubblica.it) di Ilvo Diamanti
""Ho incontrato Stefano Rodotà in molte occasioni. Pubbliche e private. A convegni e seminari. Al “Festival del Diritto”, di Piacenza, del quale è stato ispiratore e guida, per tanti anni. Non intendo, qui, ricostruirne i meriti e le qualità, in ambito scientifico e politico. In particolare, sul piano del diritto e dei diritti. Altri - con maggiore competenza di me al proposito - l’hanno già fatto. E altri ancora lo faranno. Perché Rodotà ha lasciato un segno difficile da oscurare.
Al di là delle opere, conta il suo esempio. Conta la sua presenza sulla scena pubblica. Stefano Rodotà. Intellettuale e protagonista di iniziative mai banali. In tempi in cui la banalità incombe sulle iniziative e sulle figure pubbliche. Così, non mi interessa recitarne le lodi proprio oggi. In questa sede, in questa occasione. Anche perché talora –più di una volta – non ho condiviso le sue posizioni. Le sue scelte. Tuttavia, non mi hanno mai lasciato mai indifferente. Mi hanno sempre fatto pensare. Reagire. Anche – e tanto più - quando ero in disaccordo, magari marcato. Proprio questo, però, è il compito di un intellettuale pubblico. Far pensare, reagire. Scuotere l’in-differenza.
Stefano Rodotà, per questo, ci mancherà. Almeno: “mi” mancherà. La sua voce. La sua presenza. Non lo dimenticheremo. Io, di certo, non lo dimenticherò.""