“Superata la linea rossa: mai si era osato intervenire sulla specie umana
3 articoli sull’intervento cinese sul DNA LEGGI DI SEGUITO
“”Mai prima d’ora eravamo intervenuti per cambiare i geni della specie umana». Articolo di Elena Dusi (Repubblica 27.11.18)
David Baltimore è già a Hong Kong, dove oggi inizia il congresso mondiale sull’editing genetico e su Crispr di cui lui è coordinatore. Il Nobel per la Medicina nel 1975 (con Renato Dulbecco) è rimasto come tutti sorpreso dalla notizia cinese. Ha registrato un video in fretta e furia e l’ha pubblicato sul sito della conferenza. «L’editing genetico è uno strumento molto potente. Fino a ieri la medicina aveva curato singoli pazienti o gruppi di pazienti con farmaci o vaccini. Mai prima di oggi i nostri trattamenti avevano avuto effetto sulle generazioni future». L’intervento diretto sul Dna di un embrione – e quindi anche sulla sua discendenza futura – è il superamento di una linea rossa che molti paventavano. Era il 2015 quando sempre Baltimore promosse fra i colleghi una moratoria sull’uso di Crispr negli embrioni umani. Quel documento rievocava la conferenza di Asilomar, nel 1975, in cui gli scienziati (fra loro sempre Baltimore, ma più giovane) si interrogavano sulle prime tecniche di ingegneria genetica che si affacciavano all’orizzonte.
Sembra preistoria. Oggi c’è Crispr e tutto è diventato più semplice.
Quello che i metodi tradizionali consentivano con settimane di lavoro, può essere ottenuto in ore.
Sono passati 3-4 anni da quando il "taglia e incolla del Dna" si è diffuso a tappeto nei laboratori e non c’è gene che non sia stato sottoposto alla chirurgia precisa e sapiente di Crispr, né animale di laboratorio che non sia stato manipolato in uno o più punti del genoma contemporaneamente.
Non sull’uomo, però. Lì si è sempre andati con i piedi di piombo. Le sperimentazioni sulle malattie degli adulti procedono con il contagocce. Crispr infatti è in grado di cancellare il gene che prendiamo come bersaglio. «Ma produce anche molti cambiamenti incontrollati» spiega Gerry Melino, che dirige il laboratorio di medicina sperimentale all’Università di Roma Tor Vergata e usa il metodo quotidianamente. «Anche con i topi di laboratorio, in alcuni casi, si preferisce usare le tecniche tradizionali, considerate più sicure dal punto di vista degli effetti indesiderati». Quando nel 2015, sempre in Cina, i primi embrioni umani vennero trattati con Crispr (ma non impiantati nell’utero per dar vita a una gravidanza), i risultati furono tutt’altro che positivi, con un tasso notevole di errori sul genoma.
Non è solo l’etica, dunque, a sconsigliare l’uso del metodo sull’uomo. «Non è un caso sottolinea Giuseppe Novelli, genetista e rettore di Tor Vergata che l’American Society of Human Genetics ammetta l’uso della tecnica solo se finalizzato alla cura di un embrione gravemente malato. Pensiamo alla mutazione responsabile della morte improvvisa cardiaca, per esempio, non certo al caso di cronaca oggi».
Il gene CCR5 su cui si è intervenuti in Cina viene già controllato dai farmaci. Le possibilità di contagio da un padre sotto trattamento medico ai figli sono remote. «Qui stiamo parlando di eugenetica» taglia corto Novelli. Né annunci del genere si fanno su YouTube, versione moderna delle conferenze stampa con cui la setta ufologica dei Raeliani annunciava la nascita di bambini clonati, nel 2002. Come allora, anche oggi le presunte bambine ogm sono rimaste invisibili. «Curare un bambino già nella fase embrionale con Crispr sarebbe un’impresa da Nobel» aggiunge Novelli. «Se davvero questo scienziato ci fosse riuscito seguendo tutti i criteri, le riviste scientifiche più importanti del mondo avrebbero fatto a gara a pubblicare il suo lavoro. Perché invece ha usato YouTube e non ha fornito prove?»””
“La scienza e lo spettro dell’eugenetica” (Corriere 27.11.18) articolo di Anna Meldolesi (Corriere 27.11.18) “È un obiettivo raggiungibile. Supera i limiti etici?
“”1 Si può rendere l’organismo invulnerabile all’Aids?
Disattivando il gene Ccr5, viene meno la proteina che serve al virus dell’Aids come porta di ingresso per infettare le cellule. Questo meccanismo è presente naturalmente in una minoranza di persone ed era già al centro di diversi studi promettenti. Ma un conto è trapiantare in un soggetto malato delle cellule modificate per tentare di curarlo, come si è fatto finora, altra cosa è introdurre modifiche permanenti in embrioni sani. Che senso ha effettuare un intervento genetico per prevenire un rischio che può essere minimizzato con un semplice preservativo? Inoltre sulla base dei dati diffusi non si può dire che le bimbe nate in Cina siano resistenti all’Hiv. Poiché ogni gene è presente in duplice copia, è necessario modificarle entrambe per ottenere l’effetto sperato. Ma in una delle due gemelle risulta corretta soltanto una copia, e nemmeno in tutte le cellule.
2 Perché è stato scelto questo gene bersaglio?
Perché era l’esperimento più facile. Per curare la maggior parte delle malattie causate da mutazioni genetiche è necessario correggere le lettere del Dna in modo puntuale. Invece per ottenere la resistenza all’Hiv, almeno sulla carta, basta recidere il gene e lasciare che la lesione si saldi da sola. Invece di curare un gene difettoso, dunque, si distrugge un gene sano che potrebbe avere funzioni utili. Il desiderio di tagliare il traguardo per primi, dunque, sembra l’unica spiegazione ragionevole per questa impostazione sperimentale.
3 La tecnica usata è affidabile?
È la versione standard della tecnica Crispr. Si tratta di una proteina programmabile, capace di prendere la mira e tagliare il Dna con delle forbici molecolari. Versatile ed economica, è amatissima nei laboratori in tutto il mondo, ma nemmeno la sua inventrice Jennifer Doudna la considera abbastanza matura per l’impiego su embrioni destinati a diventare bambini. Prima di procedere sarebbe stato necessario un consenso sociale e molta ricerca di base.
4 La Cina è la nuova super-potenza biotech?
Pechino ha il record di studi nel campo. I cinesi sono stati i primi a modificare embrioni umani usando diverse varianti della tecnica Crispr. Gli unici Paesi occidentali attivi nel campo sono Usa e Gran Bretagna, ma hanno svolto solo un esperimento ciascuno senza avviare gravidanze. La Cina ha partecipato al primo Summit sull’editing del genoma umano a Washington nel 2015 e alla stesura delle linee guida internazionali. Ma ha rinunciato a ospitare il secondo summit e le motivazioni della retromarcia sono un giallo nel giallo.
5 È un esperimento di eugenetica?
Il fantasma eugenetico svanisce se in questa categoria si fanno rientrare sole pratiche coercitive come quelle naziste. Ricompare quando si teme che le pressioni sociali limitino la libertà di scelta dei genitori. La medicina oscilla da sempre tra il sollievo della sofferenza e il miglioramento biologico della specie umana, ma lo spartiacque tra applicazioni terapeutiche e di potenziamento si assottiglia. Va ricordato, comunque, che in rari casi l’editing degli embrioni potrebbe essere l’unico modo di garantire figli biologici sani alle coppie più sfortunate, quando il gene difettoso è presente in doppia copia.
(hanno contribuito i genetisti Luigi Naldini, San Raffaele-Telethon; Anna Cereseto, Università di Trento; Alessandro Bertero, Università di Washington)””
“I primi umani con il Dna modificato” Articolo di Nicla Panciera (Stampa 27.11.18) “Annuncio in Cina: due gemelle libere dall’Aids”
“”La domanda non era se, ma quando. L’annuncio della creazione dei primi esseri umani geneticamente modificati è arrivato dalla Cina, a poco meno di un anno dalla prima clonazione di primati non umani e, con strategico tempismo, alla vigilia del vertice sull’editing genetico, al via oggi a Hong Kong. E dove dovrebbe intervenire proprio l’autore dell’impresa, il biologo He Jiankui, oggi alla South University of Science and Technology of China di Shenzhen e formatosi a Stanford negli Usa.
Su YouTube He ha spiegato che le due gemelle, che chiamerà Lulu e Nana per proteggerne la privacy, sono nate alcune settimane fa da embrioni con Dna modificato mediante la celebre tecnica Crispr-Cas9 di «taglia e incolla» genetico. Con questo bisturi molecolare è stato eliminato un singolo gene, il Ccr5, dal codice genetico degli embrioni, con l’intento di renderli resistenti all’infezione da Hiv. Una modifica ereditabile e quindi trasmissibile ai discendenti.
Polemiche e dubbi. «Esperimento indifendibile e prematuro», è stata la reazione più diffusa nella comunità degli studiosi. Ma mancano conferme definitive: pubblicazioni su riviste scientifiche non ce ne sono. Per il genetista George Church dell’università di Harvard, che ha visionato alcuni documenti, la modifica del Dna non era riuscita in uno degli embrioni e la decisione di impiantarlo ugualmente è la prova che «l’obiettivo principale dei ricercatori era sperimentare l’editing del Dna piuttosto che evitare la malattia». Intanto l’università di Shenzhen ha fatto sapere che He è in congedo da febbraio e di non essere stato informato della sperimentazione, «condotta al di fuori dell’ateneo» (He non ha finora rivelato dove sia avvenuta).
Cosa è stato fatto. Il lavoro, ultimo di una serie di record cinesi nell’editing genetico, riguarda alcune giovani coppie, in cui la donna è sana e l’uomo sieropositivo, con problemi di fertilità. In cambio di un intervento di fecondazione in vitro è stato chiesto di modificare gli embrioni prima di impiantarli così da eliminare il gene incriminato e renderli resistenti all’Hiv. La procedura è stata approvata e condotta - si legge nei documenti online sul «trial» clinico - su «linee cellulari in vitro, su modelli animali e su embrioni umani sovrannumerari».
Stoppare il virus. La proteina Ccr5 è il recettore usato dall’Hiv per entrare nelle cellule. Chi ne è privo è al riparto dall’infezione. Lo si sa da quando il cosiddetto «paziente di Berlino», dopo essere andato incontro per una leucemia mieloide acuta a un trapianto di midollo con cellule staminali con delezione del Ccr5, è guarito dall’infezione. Esiste, inoltre, una popolazione caucasica naturalmente priva di questo gene che è immune al virus. «Studi per eliminare Ccr5 con l’editing genetico sono già in corso su pazienti adulti, come quelli condotti alla University of Southern California da Paula Cannon con las “Zinc finger nucleasi”, tecnologia di editing sviluppata prima della Crispr», ci spiega Anna Cereseto, responsabile del laboratorio di virologia molecolare del Centro di Biologia «Cibio» dell’Università di Trento e creatrice di evoCas9, tecnica ancora più precisa di Crispr. Questi tentativi di eradicare l’infezione agendo sul sistema immunitario prevedono, però, interventi su cellule somatiche e su individui già infetti.
Le reali intenzioni. Ma, allora, perché farlo sugli embrioni? Per cancellare la piaga dell’Hiv? O liberare la prole di un sieropositivo dal destino dei padri? «Solo pretesti», secondo Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica di Milano. Realizzare uno strumento di prevenzione della trasmissione dell’infezione da genitori sieropositivi ai figli - aggiunge - «è un razionale debole e criticabile». Naldini è l’unico italiano ad essere stato chiamato dall’Accademia Usa delle scienze per la stesura del rapporto dedicato all’editing del genoma umano (firmato, tra l’altro, dall’Accademia cinese delle scienze), in cui si concorda di ricorrervi «solo in condizioni strettamente controllate e per il trattamento di malattie gravi». Il team di He, invece, ha operato su embrioni umani appositamente creati. «Nel lavoro, da quanto è emerso, non c’è nulla di innovativo né tecnicamente né scientificamente - dice Naldini -. L’intervento è stato eseguito troppo presto e in un contesto non adeguato». Ci vuole prudenza, confermano gli specialisti: per l’embrione il rischio non è affatto nullo.
Scienza e società. La posta in gioco nell’editing sull’uomo - è chiaro - va oltre la sicurezza. La comunità scientifica è concorde sulla necessità di uno sforzo per il coordinamento degli studi e a questo servono i summit, come l’incontro di Hong Kong. Il dialogo con i cittadini, poi, dovrebbe portare al più ampio consenso sociale. Il test di He - è l’obiezione - rischia di generare discredito in un settore cruciale e suscitare una pericolosa ostilità nell’opinione pubblica.“”