Parita’ fra uomini e donne nel mondo, servono decisi gesti concreti
Articolo di Mara Carfagna, Deputata Forza Italia, vicepresidente della Camera (HuffPost 13.3.19)
“”In questi giorni, con altre autorevoli colleghe, ho l'onore di rappresentare il Parlamento italiano alla 63 sessione dell'Onu dedicata alla parità fra uomini e donne nel mondo. Mi è stato affidato il compito di parlare della conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro, un tema che ritengo cruciale se vogliamo favorire l'empowerment femminile che significa giustizia, ma anche ricchezza. Attualmente, ed è proprio l'Onu a dircelo, appena il 50 per cento delle donne partecipa alla forza lavoro globale con un divario retributivo impressionante, che varia da paese a paese ma varia pur sempre fra il 23 e il 76 per cento. A favorire queste disparità sono stereotipi radicati nella cultura, vuoti normativi, leggi inique o applicate male. In Italia abbiamo buone leggi, eppure l'occupazione femminile è ferma al 49,3% con conseguenze negative sul benessere di tutti. Il lavoro femminile rappresenta infatti una miniera d'oro ancora da scoprire e da sfruttare. Se lavorasse il 60% delle donne, secondo le stime della Banca d'Italia, il Pil crescerebbe del 7%. Come ha detto Christine Lagarde, già Ministra dell'Economia francese, ora alla guida del Fondo monetario internazionale: "In un mondo in cerca di crescita le donne potrebbero aiutare a trovarla se solo fossero presenti condizioni di parità, invece di insidiosi complotti".
Maggiore occupazione femminile avrebbe un impatto positivo non solo dal punto di vista economico: esiste infatti una correlazione tra l'occupazione femminile e i tassi di fecondità, sulla riduzione della povertà minorile, sulle scelte procreative delle famiglie.
Per far sì che questo avvenga servono politiche di conciliazione fra tempi di vita e tempi di lavoro, strategie capaci di confrontarsi con la complessità oggi presente nelle famiglie e nel lavoro, e va abbandonata l'idea che il lavoratore uomo non abbia problemi di conciliazione. Il lavoro di cura, infatti, riguarda i figli ma anche gli anziani e i disabili.
I congedi parentali sono uno dei tasselli fondamentali. In Italia sono facoltativi e possono essere utilizzati dai lavoratori dipendenti entro i primi 12 anni di vita del bambino, per un periodo complessivo tra i due genitori non oltre dieci mesi. I giorni di congedo per i padri sono stati introdotti per legge nel 2012, ma non basta: sono indispensabili servizi sociali per le famiglie. Nel 2017 il decreto legislativo 65/2017 ha istituito il "sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni", con l'obiettivo di raggiungere quel 33% fissato dall'Europa e una copertura del 75% dei Comuni dei servizi educativi per la primissima infanzia, un obiettivo irrinunciabile e praticabile. A questo può contribuire molto anche il welfare aziendale, stimato in 21 miliardi di euro di valore potenziale, ovvero nel caso che i servizi a sostegno del reddito e per migliorare la vita privata e lavorativa fossero garantiti a tutti i lavoratori del settore privato.
Dal canto mio, sono da sempre impegnata su questi temi e ho voluto avanzare delle proposte di legge per le donne, come lo sconto pensionistico di un anno per ogni figlio, gli incentivi per le aziende che assumono una donna in più rispetto a quelle già in organico e quella sostenere le studentesse meritevoli che scelgono le lauree STEM, le giovani donne che aspirano a lavorare nei settori innovativi e avanzati, quelli in cui l'occupazione cresce più velocemente. Mi auguro che queste idee trovino un consenso trasversale, così come in passato è stata proprio una alleanza di donne in Parlamento, al di là dei singoli schieramenti, a far avanzare il nostro Paese in campo di pari opportunità e contrasto alla violenza maschile.””