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20giu/19Off

Il sorteggio, un’idea strampalata

Articolo di Vladimiro Zagrebelsky (Stampa 17.9.19)

“”Quasi ogni ministro della giustizia negli anni scorsi è stato autore di una riforma «epocale». In realtà si è sempre trattato di bricolage in questo o quel settore della complessa macchina, mai capace di mutare significativamente lo stato dei problemi. Ora è annunciata una nuova iniziativa legislativa. Benvenuta se affrontasse seriamente il problema dei problemi della giustizia italiana: quello gravissimo dei tempi della giustizia civile e penale. Si è chiesto mille volte, da tutti. Il problema però rimane enorme e strutturale. Sono necessari strumenti moderni, qualificato personale delle cancellerie, semplificazione dei pesanti e spesso inutili adempimenti procedurali. E forse occorrerebbe pensare che anche gli oltre 230.000 avvocati italiani sono parte del problema.
Ma, inevitabilmente, dei tanti e diversi problemi che affliggono il sistema giudiziario italiano, ora tiene banco quello rivelato dalla vergogna dei traffici notturni tra parlamentari e magistrati per coprire alcuni posti rilevanti in uffici giudiziari. In proposito vorrei non si sottovalutasse il linguaggio sguaiato di quei signori, adatto certo alla natura delle loro trame, ma brutto segno, pensando che si tratta di membri del Parlamento e della Magistratura, una élite –senza offesa- della Repubblica.
All’ordine del giorno c’è la riforma della legge elettorale per la parte del Csm composta da magistrati. Di quella eletta dal Parlamento non si parla. Quasi ogni quadriennale elezione si è svolta sotto nuove leggi. Tutte all’insegna della lotta al correntismo nella magistratura. Spesso si trattava di leggi che volevano favorire questa o quella componente della Associazione dei magistrati. Il più delle volte le intenzioni politiche non si sono realizzate. Ciò perché le associazioni di magistrati esistono e non si cancellano per legge. Una volta esse si distinguevano per significative diversità riguardanti il ruolo del giudice giurista, chiamato ad interpretare le leggi prima di applicarle, oppure relative alla visione dell’organizzazione degli uffici giudiziari e delle loro priorità. Visioni diverse, radicate nella storia, fondate sulla Costituzione: legittime, ma diverse. Chi ancor oggi proclama che i giudici non interpretano, ma applicano le leggi, dice una sciocchezza. Nel corso della storia, sembravano crederci personaggi illustri e meno illustri, da Giustiniano a Robespierre. Ma non è mai stato vero. Il sistema delle leggi, con la Costituzione al vertice, è più complesso di quanto costoro mostrino di credere. E le opzioni interpretative, degnamente argomentabili, sono molteplici. In questo contesto la magistratura – in particolare a partire dagli anni ’60 del secolo scorso - prese a dividersi, dando inizio a forti, talora violente, spesso nobili discussioni. E il Csm, in un modo o nell’altro eletto dai magistrati, ne è stato lo specchio. Con pagine buie o almeno inadeguate, certo. Ma anche con pagine di altro segno. La magistratura, con la Sezione disciplinare del Csm, ha espulso e sanzionato i magistrati iscritti alla P2. Quale altra istituzione della Repubblica lo ha fatto?
Associazioni di magistrati, un tempo chiaramente identificabili per la loro impostazione culturale e professionale, progressivamente sono state viste come strumenti di gestione di clientele elettorali. Però le storie che ora emergono sono storie trasversali alle correnti, che vedono capi e capetti gestire interessi loro, forti dei voti ottenuti e che manovrano. Purtroppo la caduta del senso istituzionale che si manifesta anche nella magistratura (eletti e elettori sono tutt’uno), non si cura con espedienti legislativi. Siamo di fronte ad un problema di etica e dignità professionale.
Ora circola l’idea strampalata, oltre che incostituzionale, di far eleggere i magistrati del Csm mediante sorteggio. Nel clima creatosi attorno al Csm per l’imperdonabile colpa di quei signori, si parla seriamente di elezione mediante sorteggio! Si dice che si vogliono eliminare le deviazioni clientelari che si nascondono sotto le diversità, che nascono dal dibattito sui caratteri della funzione del magistrato. Pur attenuate esse però esistono ancora, meritano rispetto e valorizzazione. La soluzione del sorteggio tende invece a eliminarle dal luogo in cui, secondo Costituzione, l’autonomia e indipendenza della magistratura dovrebbe essere garantita.””

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