Citazioni: Adriano Prosperi, Inquisizione “Se l’ebreo torturato confessa”
”... accostare pratiche rituali ebraiche più o meno connesse col sangue e ammissioni di infanticidi fatte da persone sotto tortura vuol dire costruire un castello senza fondamenta. Anche le streghe, eredi di quell’accusa inquisitoriale di infanticidio rituale già sperimentata contro gli ebrei, confessarono ai giudici dell’Inquisizione (spesso perfino senza torture) di aver fatto morire bambini, di averli ritualmente mangiati, di aver maledetto la croce e trescato col demonio. Per rendere credibili le confessioni raccontarono molti episodi e denunziarono persone reali come complici. Finché all’inizio del Seicento un documento ufficiale del Sant’Uffizio romano ordinò che non si prestasse più fede nè alle confessioni delle streghe pentite, per quanto circostanziate, né agli indizi di riti magici, nè alle accuse delle popolazioni cristiane a proposito di presunti infanticidi: per procedere in via giudiziaria ci doveva essere il corpo del delitto, cioè la prova che i bambini erano stati effettivamente fatti morire dalle streghe con arti diaboliche. Così finì la storia del sabba stregonesco ...”
Adriano Prosperi (articolo pubblicato su Repubblica 10.2.2007 e riportato sul libro Einaudi “Cause perse. Un diario civile” dello stesso autore