Accadde oggi: parte la spedizione oceanografica Challenger
1872 - Salpa da Portsmouth, in Inghilterra, la Spedizione Challenger, una spedizione scientifica che portò a numerose scoperte gettando le basi dell'oceanografia. La spedizione incentivata dallo scozzese Charles Wyville Thomson dell'Università di Edimburgo (Merchiston Castle School) e dalla Società Reale di Londra ottenne l'uso di una nave, l'HMS Challenger, dalla Marina Reale e la adattò alla ricerca scientifica, equipaggiandola con laboratori separati di chimica e storia naturale. (In fondo si potrà vedere un filmato sulla spedizione con bellissime riprese di fondali marini)
Il Challenger era una nave da guerra e fu appositamente modificata e attrezzata allo scopo: furono aggiunti laboratori ed alloggi per gli studiosi, realizzate draghe e attrezzi per il campionamento dei fondali e dell'acqua anche ad elevate profondità. Sebbene primitive alla luce delle tecnologie moderne, le attrezzature scientifiche di bordo erano le migliori disponibili a quei tempi.
Finalmente, nel dicembre 1872 il Challenger, comandato dal capitano George Nares e sotto la supervisione scientifica dello stesso Thomson, partì.
Nei successivi tre anni e mezzo la nave e il suo equipaggio navigarono intorno al mondo raccogliendo una enorme massa di informazioni (profondità, temperatura delle acque a diverse profondità, sedimenti, campioni di acqua) e di campioni di vegetali e di animali. Al ritorno in porto ci vollero 20 anni e 50 volumi per pubblicare tutti i risultati conseguiti in quel lunghissimo viaggio.
Tra i risultati più importanti di quella missione vanno ricordati:
- la scoperta e la classificazione di 4.717 nuove specie marine
- la prima mappatura sistematica di dati di temperatura e correnti degli oceani
- la confutazione della teoria di Forbe, con la prova dell‟esistenza della vita nelle profondità abissali
- una mappa dei sedimenti dei fondali marini
- la scoperta della cresta dell'Atlantico centrale
- la misura di vari parametri nella colonna d'acqua fino alla profondità di 8.183 m nella fossa delle Marianne.
La spedizione stabilì nuovi standard per lo studio degli oceani. Si può senz'altro dire che la spedizione della Challenger portò alla fondazione della moderna biologia marina. In aggiunta ai rapporti finali, Sir Thomson scrisse anche un libro sul viaggio nel 1877 intitolato “Il viaggio della Challenger” e quello che può essere considerato uno dei primi testi di biologia marina, “The Depths of the Sea” del 1877.
Il Challenger terminò il suo viaggio a Spithead, Hampshire, il 24 maggio 1876, dopo aver speso 713 giorni al largo sui 1.606 trascorsi. Durante il suo viaggio di 68.890 miglia marine (127.580 km) fece 497 esplorazioni in acque profonde, 133 dragaggi dei fondali, 151 operazioni di pesca in mare aperto, 263 osservazioni seriali della temperatura dell'acqua, e scoprì circa 4.717 nuove specie di vita marine.
Il risultato fu il Rapporto dei Risultati Scientifici del Viaggio di Esplorazione dell'H.M.S. Challenger. John Murray, che supervisionò la pubblicazione, descrisse la relazione come "il più grande progresso per la conoscenza del nostro pianeta dopo le celebrate scoperte del quindicesimo e del sedicesimo secolo". Copie delle relazioni scritte della Spedizione Challenger sono ora conservate in molte istituzioni marittime nel Regno Unito, come il National Oceanography Centre a Southampton e il Dove Marine Laboratory a Cullercoats, Tyne e Wear.