Accadde oggi: approvazione della legge Merlin
Indro Montanelli diede alle stampe un polemico pamphlet intitolato "Addio, Wanda!", . « ... in Italia un colpo di piccone alle case chiuse fa crollare l'intero edificio, basato su tre fondamentali puntelli, la Fede cattolica, la Patria e la Famiglia. Perché era nei cosiddetti postriboli che queste tre istituzioni trovavano la più sicura garanzia...""
Questo provvedimento legislativo Merlin fu il principale dell'attività politica della parlamentare socialista, che intese seguire l'esempio dell'attivista francese (ed ex-prostituta) Marthe Richard sotto la cui spinta già nel 1946 erano stati chiusi i postriboli di Francia.) Una prima versione del suo disegno di legge in materia di abolizione delle case chiuse in Italia, era stato presentato nel 48 dalla senatrice socialista. La legge passò 10 anni dopo ,con il parere contrario dei monarchici e missini, il progetto divenne legge dopo un lunghissimo iter parlamentare: veniva abolita la regolamentazione statale della prostituzione e si disponevano sanzioni nei confronti dello sfruttamento della prostituzione.
(Alla fine un filmato su Angelina Merlin)
La legge punisce sia lo sfruttamento sia il favoreggiamento della prostituzione: infatti l'art. 3, n. 8), della l. 75/1958 punisce "chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui". Pur essendo l'argomento per sua natura scabroso, e perciò improponibile sui pudibondi mezzi di informazione dell'Italia degli anni cinquanta, nel Parlamento e nella società si creò una spaccatura trasversale tra coloro che sostenevano l'opinione della Merlin, tra cui molti esponenti di area cattolica, e molti altri che invece opposero un atteggiamento di rifiuto totale e categorico, inclusi diversi suoi compagni di partito. Lo scontro tra queste due opposte tendenze raggiunse comunque i banchi delle librerie quando Merlin, insieme alla giornalista Carla Voltolina, moglie del deputato socialista e futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini, pubblicò nel 1955 un libro intitolato "Lettere dalle case chiuse", nel quale – attraverso la prosa ingenua e spesso sgrammaticata delle lettere indirizzate alla Merlin dalle stesse sfortunate vittime la realtà dei bordelli italiani – il fenomeno emergeva in tutto il suo squallore. Sette mesi dopo la pubblicazione della legge alla mezzanotte del 20 settembre di quell'anno, vennero chiusi oltre cinquecentosessanta postriboli su tutto il territorio nazionale.
Molti di questi luoghi furono riconvertiti in enti di patronato per l'accoglienza ed il ricovero delle ex-prostitute. La tenacia di Lina Merlin nel portare avanti, fin dal momento della sua elezione, la propria lotta al lenocinio (favoreggiamento) inteso come sfruttamento di prostitute (e, di fatto, quindi decretare l'abolizione della prostituzione legalizzata) portò all'approvazione di una legge di cui molto si sarebbe discusso. La legge italiana in vigore fino ad allora prevedeva che venissero periodicamente messi in atto controlli sanitari sulle prostitute, anche se in realtà i controlli erano sporadici e soggetti a pressioni di ogni genere da parte dei tenutari, specialmente al fine di impedire di vedersi ritirata la licenza per la gestione dell'attività. Il suo primo atto parlamentare era stato quello di depositare un progetto di legge contro il sesso in compra-vendita e l'uso statale di riscuotere la tassa di esercizio, oltre ad una percentuale sugli incassi della vendita del corpo delle donne. Un incentivo alla sua azione legislativa venne dall'adesione dell'Italia all'ONU. In virtù di questo evento, il governo dovette sottoscrivere diverse convenzioni internazionali tra cui la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948 che, tra l'altro, faceva obbligo agli Stati firmatari di porre in atto "la repressione della tratta degli esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione". Occorreva quindi, mediante la ratifica di questi trattati, superare il regime delle case di tolleranza gestite dallo Stato. L'allora ministro degli Interni Mario Scelba aveva smesso di rilasciare licenze di Polizia per l'apertura di nuove case già dal 1948. Merlin ribadì nel dibattito parlamentare come l'articolo 3
della Costituzione italiana sancisse l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, e l'articolo 32 annoverasse la salute come fondamentale diritto dell'individuo; veniva citato inoltre il secondo comma dell'articolo 41 che stabilisce come un'attività economica non possa essere svolta in modo da arrecare danno alla dignità umana. La legge prescriveva anche la costituzione del primo corpo di Polizia femminile, che da allora in poi si sarebbe occupata della prevenzione e della repressione dei reati contro il buon costume e della lotta alla delinquenza minorile. L'avvenimento, che segnò una svolta nel costume e nella civiltà dell'Italia moderna, venne visto da alcuni come l'inizio di una nuova era, da altri con timori verso conseguenze quali gravi epidemie di malattie veneree ed il dilagare delle prostitute nelle strade delle città cosa che, in effetti, avvenne. La legge però, di fatto, restituì la libertà ad oltre duemila schiave del sesso, fino ad allora doppiamente oppresse, tanto dai loro protettori e dallo Stato che sulla loro pelle lucrava introiti.