Hanno colpito al cuore liberta’ e laicita’, non la nostra ragione
Articolo di Edgar Morin (Repubblica 19.1.15)
“La formula di Francois Hollande è giusta: la Francia è stata colpita al cuore. È stata colpita al cuore della sua natura laica e della sua idea di libertà, proprio nell'attentato contro il settimanale campione della mancanza di rispetto, della derisione di ciò che è considerato sacro sotto ogni forma, soprattutto religiosa. Ora, la mancanza di rispetto di Charlie Hebdo si situa a livello della risata e dell'umorismo, che conferisce all'attentato un carattere mostruosamente imbecille. La nostra emozione non deve paralizzare la nostra ragione, come la nostra ragione non deve attenuare la nostra emozione”. “Il problema è sorto al momento della pubblicazione delle caricature. Occorre lasciare la libertà di offendere la fede dei credenti nell'Islam con la degradazione del suo Profeta o la libertà di espressione viene prima di ogni altra considerazione? Manifesto il mio sentimento di una contraddizione non sanabile, soprattutto perché sono tra coloro che si oppongono alla profanazione dei luoghi e degli oggetti sacri. Ma, sia inteso, tutto ciò non modera il mio orrore e il mio scoramento dinanzi all'attentato contro Charlie Hebdo”.
“Ciò detto, il mio orrore e lo scoramento non possono impedirmi di contestualizzare l'immondo attentato. Esso significa l'irruzione, nel cuore della Francia, della guerra del Medio Oriente, guerra civile e guerra internazionale in cui la Francia è intervenuta a fianco degli Stati Uniti. L'ascesa di Daech (lo Stato Islamico in arabo) è certo la conseguenza della radicalizzazione e della degenerazione della guerra in Siria e in Iraq, ma gli interventi militari americani in Iraq e in Afghanistan hanno contribuito alla decomposizione di nazioni etnicamente e religiosamente complesse come la Siria e l'Iraq. Gli Stati Uniti sono stati apprendisti stregoni e la coalizione eterogenea e senza una forza credibile che essi hanno guidato è destinata al fallimento, visto che non ha riunito tutti i paesi interessati, visto che si è prefissata come obiettivo della pace l'impossibile restaurazione dell'unità dell'Iraq e della Siria, mentre la sola via pacifica possibile (attualmente irrealizzabile) sarebbe stata quella di una grande confederazione dei popoli, delle etnìe, delle religioni del Medio Oriente, sotto l'egida dell'Onu, unico antidoto al Califfato”. “La Francia è presente con la sua aviazione, con i mussulmani francesi partiti per la Jihad, con i mussulmani francesi rientrati dalla Jihad, ed ora è ormai chiaro che il Medio Oriente è presente all'interno della Francia con l'attività omicida che ha avuto inizio con l'attentato contro Charlie Hebdo, così come anche il conflitto israelo-palestinese è presente in Francia. Vi è dunque una coincidenza, del resto fortuita, tra l'islamismo integrista omicida che viene a manifestarsi e le opere islamofobe di Zemmour e di Houllebecq, esse stesse divenute il sintomo di una virulenza aggravata non solo in Francia, ma anche in Germania e in Svezia, della islamofobia”.
“Trionfa il pensiero riduttivo. Non solo i fanatici omicidi credono di combattere contro i crociati e i loro alleati ebrei (che i crociati massacravano), ma gli islamofobi riducono l'arabo alla sua presunta credenza, l'islam, riducono l'islamico in islamista, l'islamista in integrista, l'integrista in terrorista. Questo anti-islamismo diviene sempre più radicale e ossessivo e tende a stigmatizzare tutta una popolazione ancora più importante nello stesso modo in cui la popolazione ebraica venne stigmatizzata dall'antisemitismo prima della seconda guerra mondiale e di Vichy”. “La paura si aggrava tra i francesi di origine cristiana, tra coloro di origini arabe, tra coloro di origine ebraica. Gli uni si sentono minacciati dagli altri e un processo di decomposizione è in corso, che forse potrà limitare la grande manifestazione di domenica 11 gennaio, perché la risposta alla decomposizione è l'unione di tutti, comprese tutte le etnìe, le religioni e le formazioni politiche”.""