Iniziativa Laica I laici tendono a difendersi, e' ora di attaccare !

29giu/140

Si nasce buoni o cattivi?

Articolo di Edoardo Boncinelli (Corriere 29.6.14): “Tema scivoloso, difficile essere obiettivi. Il leone come Erode. Biologia e morale non vanno confuse. Negli animali troviamo spinte istintuali definibili come positive, ma anche comportamenti che ci appaiono molto crudeli”

“”Ci si è posti da sempre la domanda se si nasce buoni o cattivi, e anche oggi sono sicuro che ci siano molte persone a cui la faccenda interessa. Il fatto è che, per rispondere seriamente alla domanda, occorrerebbe prima chiarire due punti cruciali: che cosa vuol dire buono e cattivo, e che cosa vuol dire nascere in una certa maniera. Due domande formidabili. Il giudizio di buono o cattivo e i concetti di male e di bene, sono eminentemente culturali. In natura non esiste né bene né male, anche se esistono spinte istintuali finalizzate a risparmiare qualche vita nelle lotte e nelle competizioni. Classificarle come bene è comunque decisamente arrischiato. E anche sulla valutazione culturale di buono e di cattivo avrei i miei dubbi, anche se nella vita di tutti i giorni si danno di continuo valutazioni del genere, e chi parla è sempre buono e quasi tutti gli altri sono cattivi.

11mag/140

Ateismo poco definito

Artiucolo di Gaetano Pecora (Sole 11.5.14)

“”Capita con i libri quello che talora succede con gli atleti che non reggono la distanza: dopo uno scatto iniziale – sciolto, fulmineo – è come se si impigliassero nei loro movimenti e alla fine giungono al traguardo ondeggianti e quasi di mala voglia. Così è per questo saggio di Paul Cliteur le cui riflessioni al principio corrono via senza peso e trascinano il lettore dietro gli sviluppi di un ragionamento che è del tutto consequenziale nella sua professione di ateismo. Ateismo, badiamo bene, che deve essere inteso alla lettera, proprio così e non diversamente: “a”, trattino, “teismo”. L’a, è un’alfa privativo che nega quello che viene dopo. Sicché, per Cliteur l’ateo non è colui che resiste a Dio, a un Dio qualunque, purché Dio sia; no, l’ateo, in quanto non-teista, ricusa un Dio soltanto; quello che abbraccia in un medesimo giro i cristiani, i musulmani e gli ebrei i quali trovano la loro misura iniziale sempre e unicamente lì, in un Padre che essi, concordemente, vogliono: a) creatore, b) onnipotente e c) infinitamente buono.

19apr/140

Freeman: non credo in Dio. La mia vita guidata dalla scienza

Intervista a Morgan Freedman di Silvia Bizio (Repubblica 19.4.14)

“”
Il grande amore per la scienza, che coltiva da quand’era ragazzino, lo ha portato a mettere su una trasmissione tutta sua, il Morgan Freeman Science Show , in onda sul Discovery Channel dal 2010, che mette insieme «le rockstar della scienza, da Michiu Kaku a Brian Cox, e le scoperte più interessanti, nel campo dell’astrofisica, dell’astrobiologia, della fisica quantistica, fino alla neurobiologia e alla teoria delle stringhe».Freeeman ė un grande anfitrione, non risparmia domande provocatorie e dissertazioni filosofiche. «Io per primo imparo tantissimo da ogni episodio », racconta Freeman all’incontro nel salotto del Four Season Hotel di Los Angeles. L’occasione è l’uscita del film Transcendence di Wally Pfister, al fianco di Johnny Depp. «Non crediate che io abbia tutte queste conoscenze. La scienza mi appassiona, ma non posso certo chiamarmi un esperto. Ma, da attore, fingo di saperne di più».

8apr/140

L’empatia verso l’altro è un valore universale

Articolo di Giulio Giorello (Corriere 8.4.14)

“” «Avete mai tenuto in braccio un piccolo di alligatore? State attenti, perché hanno una bella chiostra di denti, ma quando sono sconvolti emettono suoni simili a latrati», e la loro mamma si lancia al salvataggio! Così scrive l’etologo Frans de Waal (nel suo Il bonobo e l’ateo , Raffaello Cortina, Milano 2013), che peraltro dubita che tutti i rettili si comportino in tale modo; ma congettura che i dinosauri già si prendessero cura della prole. E tra i mammiferi la pietà della madre è ricorrente. In certi casi anche nei confronti del figlio adulto, specie se questi è umiliato e offeso dai propri simili: così i bonobo maschi sono dei veri e propri «cocchi di mamma», che la femmina coraggiosamente protegge, o se non vi riesce, almeno compatisce talvolta in maniera esplicita e drammatica.
Siamo noi umani che proiettiamo le nostre considerazioni morali sul comportamento animale? O non ci stiamo invece accorgendo che in non poche forme di vita che usualmente consideriamo «inferiori» (e alcuni ricercatori si spingono ancor più «indietro» rispetto ai rettili) si trovano i semi di quel sentimento morale che un tempo consideravamo solo cosa nostra? Charles Darwin era solito annotare che gli animali possono avere i loro affetti: «paura e dolore», e forse anche «dispiacere per i morti», e «rispetto». E dunque, «potremmo essere tutti legati in un’unica rete».

12gen/140

La moralita’? Non ce la insegna la religione ma i primati

Recensione di Corrado Augias (Il Venerdì, 10.01.14)

“”Il titolo è curioso: Il bonobo e l’ateo; il sottotitolo chiarisce:
«In cerca d’umanità tra i primati»; il nome dell’autore, Frans de Waal, denuncia un’origine fiamminga. Insomma la copertina non esaurisce l’argomento e crea una specie di attesa. Aperto il libro, si vede che il contenuto è del più grande interesse date anche le doti naturali di narratore che l’autore possiede e che riesce ad applicare all’argomento filosofico-scientifico di cui qui si occupa. Il tema è il seguente: la legge morale che gli esseri umani hanno dentro di sé, anche quando la contraddicono con le loro azioni, è un portato delle religioni, ovvero ha natura divina? Sono i comandamenti, le famose «tavole» ricevute da Mosè, a farci creature capaci di sentire i limiti d’un retto comportamento, ispirandoci sentimenti di reciproca collaborazione?

24dic/130

“É festa anche senza Gesu’ ” la sfida dei laici in piazza per l’altro Natale a New York

Articolo di Massimo Vincenzi (Repubblica 24.12.13)

“”Il vento gelido pieno di acqua e neve li inzuppa e scoraggia i meno temerari, ma una ventina di persone resiste a Times Square, nel cuore di New York, con gli occhi all’insù puntati verso i grandi tabelloni luminosi della pubblicità. Qualche minuto e come un segno soprannaturale appare la scritta: «Chi ha bisogno di Gesù nel Natale? Nessuno», urla e applausi. Lo spot è un’iniziativa di una delle maggiori associazioni di atei, guidata da David Silverman, che in questi giorni spopola nei talk show delle televisioni: «Ci sono milioni di non credenti nel Paese, dobbiamo difendere i nostri diritti» è il suo ritornello. Il video è solo l’ultimo capitolo della battaglia che anima gli Stati Uniti da costa a costa: la chiamano The War on Christmas e nei due schieramenti si sfidano novelli Scrooge e ultraconservatori cristiani che respingono colpo su colpo i tentativi di laicizzare il loro rito.

14nov/130

Se il Papa da’ lezione di morale laica

Articolo di Adriano Prosperi (Repubblica 14.11.13)

“”Una volta i papi definivano dottrine e fissavano norme e orientamenti morali in documenti scritti accuratamente elaborati: bolle (in latino), costituzioni, lettere pastorali. Papa Francesco lo fa in conversazioni, telefonate, consigli personali, prediche. La predica della Messa è un genere letterario che il Concilio di Trento affidò al compito del buon parroco. Dunque è parlando come un buon parroco che papa Francesco, durante la Messa del giorno di San Martino, ha definito uno scandalo rubare allo Stato per dare alla Chiesa. Ma papa Francesco non è un parroco, è il vescovo di Roma, il capo della Chiesa cattolica e la sua opinione conta qualcosa nella vita e nel funzionamento di una grande religione mondiale che è anche parte fondamentale della storia e della società italiana.
Questa opinione, poi, tocca un punto antico e nodale del rapporto tra l’essere cristiano e l’essere cittadino. Un punto dolente: che cosa accade quando il cattolico va a confessare le sue colpe? Se lo sono chiesti in tanti. Non c’è inchiesta sulla confessione che non si sia domandata se nel segreto del confessionale si parli anche di evasione fiscale e quale sia la risposta del confessore. Da oggi sappiamo che cosa ne pensa il papa: chi froda il fisco, chi evade le tasse e crede di salvarsi l’anima perché dona generosamente alla Chiesa è il sepolcro imbiancato di cui parla Cristo nel Vangelo; peggio, è colui contro il quale Gesù ha pronunziato l’unica condanna senza appello che si legga nei Vangeli, quella contro i colpevoli di scandali.

11nov/130

Dialogo col papa’ ateo

Articolo di Manuela Trinci sul libro “Dio esiste papà? Le risposte di un padre ateo“, Ponte alle Grazie, pagg 230, euro 13 (Unità 11.11.13)

“”È un libro che strappa la pelle, bellissimo. Dolente e fiero. Con scrittura lucida e appassionata, trascinante nel ritmo e intessuta di citazioni affilate, spazza via qualsiasi retorica, qualsiasi morbida consolazione che alle spalle di biondi e ricciuti bebè ci sia l’angelo custode e che dopo, dopo il mondo, ci sia un altro mondo: quello di Dio, degli dei, delle anime. Così in un’epoca di valori opachi in cui riecheggiano in ogni dove e aprono alla speranza le parole di Papa Francesco un uomo sereno, franco; un uomo di pace -, parole che richiamano alla solidarietà autentica e all’amore dell’Altro nel nome di Dio, Clemente García Novella nel suo imperdibile Dio esiste papà? Le riposte di un padre Ateo (Ponte alle Grazie, pagg. 230, Euro 13) ha il coraggio di chiedersi e di affrontare con i bambini e per i bambini quelle che al fondo si possono considerare le domande nodali nell’«educazione all’etica»: Si può essere felici senza credere negli dei? Si può essere buoni senza credere negli dei?

10nov/130

Bioetica, basta con il silenzio

Articolo di Carlo Flamigni (Unità 10.11.13)

“”Di bioetica nessuno parla più, come se la crisi togliesse valore alla sofferenza di tanti cittadini e allo scempio della loro dignità. Del tutto recentemente il presidentee del consiglio ha nominato il nuovo Comitato nazionale per la bioetica, destinato a restare in carica per quattro anni, e ho avuto la netta percezione che nessuno se ne sia accorto, a parte forse i Comitati di bioetica degli altri Paesi europei che hanno, per il nostro Cnb, un rispetto probabilmente immeritato ma che personalmente non mi dispiace. Mi viene in mente che durante l’ultima guerra mondiale c’erano, in tutti i bar, cartelli che avvisavano che «qui non si parla di politica né di alta strategia». Ebbene, adesso c’è un nuovo manifesto invisibile, sulle nostre teste, che dice che qui non si parla di etica.

1nov/130

Citazioni: liberta’ di scelta

“Il solo aspetto della propria condotta di cui ciascuno deve rendere conto alla società è quello riguardante gli altri: per l’aspetto che riguarda solo se stessi, la sua indipendenza è, di diritto, assoluta. Su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo, l’individuo è sovrano”

Citazione dal celebre saggio Sulla libertà di John Stuart Mill