L’importanza di un’etica laica
Articolo di Carlo Flamigni (Unità 16.6.14)
“”Il primo commento alle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale che ci restituisce il diritto a ricevere gameti da un donatore o da una donatrice l’ho ricevuto al telefono da Marilisa D’Amico. Insegna Diritto Costituzionale all’Università di Milano e che è stata una delle maggiori protagoniste di tutta questa vicenda: «Bellissima sentenza, una delle più belle che siano state scritte», mi ha detto. «Evviva», ho pensato io. Il mattino dopo, sull’Avvenire, ho però letto che non era così, che c’era bisogno di una legge, che c’era un vuoto da colmare, cose del genere. Ne ho parlato a un mio amico romano che si occupa di diritto costituzionale e che mi ha risposto, un po’ distrattamente, che «nun ce vonno sta»; ho chiesto ulteriori lumi all’avvocato Massimo Clara, altro fondamentale protagonista della vicenda, dal quale non mi aspettavo battute di spirito e che in effetti mi ha ricordato che: a) la Procreazione medicalmente assitita (Pma) di tipo eterologo è immediatamente eseguibile, non appena la sentenza viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e che questo non lo dice l’interprete, ma lo scrive la Consulta; b) sempre la Consulta scrive che: «è possibile un aggiornamento delle linee guida » (possibile, non necessario né tantomeno pregiudiziale all’esecuzione della Pma “eterologa”) per problemi minori per i quali è conveniente un charimento; c) a proposito dell’identità dei donatori, la Corte ribadisce quanto indicato nella sua sentenza 278 del 2013, che tutela l’anonimato della madre che abbia deciso di non riconoscere il figlio, a condizione della «perdurante attualità della scelta compiuta» (testo Consulta) e che quindi non sussiste alcun obbligo di riconoscibilità dei donatori, né obbligo di intervento legislativo quale condizione per procedere. È proprio vero, «nun ce vonno sta».
“Avere un figlio non e’ un diritto da ricchi”"
Articolo di Chiara Paolin (Fatto Q. 11.6.14)
La sentenza della Corte Costituzionale sulla inseminazione eterologa è stata pubblicata ieri sera, e da oggi diventa legge per chi non riesce ad avere un bimbo con i materiali biologici della coppia e deve quindi cercare un donatore di sperma o - più frequentemente - una donatrice di ovulo. La Corte ha detto cose semplici. Primo: tutti hanno diritto a farsi una famiglia. Secondo: genitori sono gli adulti che si occupano di un figlio, per esempio adottivo, perciò il fattore biologico non conta. Terzo: chi soffre di sterilità deve poter contare sulle tecniche più avanzate senza alcuna distinzione di classe sociale, perché avere un bimbo non può essere roba da ricchi.
Senza legge 40. Bentornata Costituzione
Articolo di Maurizio Mori (Unità 24.5.14)
“”Da quando la Corte Costituzionale ha dato un secondo colpo mortale alla legge 40 accertando la incostituzionalità del divieto della cosiddetta “fecondazione eterologa” (che sarebbe meglio chiamare “esso gamica”: aggettivo più elegante e preciso), sembra che alcuni cattolici si sentano la terra mancare sotto i piedi e che abbiano reazioni scomposte. Dapprima hanno attaccato duramente la Suprema corte accusandola di non rispettare «i criteri etici» (D’Agostino) o di essere «l’ultima follia italiana» (Famiglia cristiana). Così hanno ripreso l’idea che i giudici si lancerebbero in sentenze «creative» che deragliano dal «vero diritto » di cui sarebbero detentori, invece di prendere atto che è stata la politica berlusconiana ispirata dal cardinal Ruini che ha deragliato.
Sin da subito, da quando la Legge 40 era in gestazione, era chiaro chiarissimo che il divieto di fecondazione esogamica era illegittimo: la Suprema corte non ha fatto altro che riportarci alle norme costituzionali, quelle di sempre. Ha solo messo a nudo i limiti di una politica che ha sviato, ponendo un divieto oppressivo per coprire quel malaffare che pian piano sta sempre più emergendo. Da questo punto di vista queste persone hanno ben poco da farsi paladini dell’etica: dovrebbero anzi fare un serio esame di coscienza per aver collaborato con un potere politico corrotto che non ha esitato a usare la pelle delle persone come merce di scambio per restare in sella! Dobbiamo essere molto grati alla Corte costituzionale per avere ristabilito quella tutela della persona e delle sue libertà fondamentali da sempre presente nella Costituzione repubblicana.
Fecondazione assistita: nessun vuoto. Il rinvio che riapre lo scontro
Articolo di Carlo Flamigni (Unità 21.5.14)
“”In questi giorni aspettavamo che fossero rese note le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale relativa alle donazioni di gameti, quella che ripristina anche nel nostro Paese le cosiddette fecondazioni eterogamiche. Al suo posto è apparso un articolo sull’Avvenire, a firma di Umberto Folena, che parla di un «grave vuoto normativo» e descrive i «tanti scenari mai affrontati fino a oggi dalla normativa vigente», per concludere che «i problemi sono tanti» ed è necessario che il Parlamento intervenga rapidamente con una legge che metta ordine per impedire (questo lo dico io) un nuovo Far West. L’intervento più significativo a questo proposito è della signora Eugenia Roccella che ripetete i temi che, con singolare preveggenza, aveva affrontato un anno fa in una lettera ai suoi colleghi senatori: «Evitiamo il mercato, inseriamo il diritto alla trasparenza, stiamo attenti ai rapporti incestuosi (un incubo ricorrente nei sogni della signora Roccella) stabiliamo come riconoscere i consanguinei». È evidente che la signora sente il lezzo dell’alito del demonio. Gli altri interventi (Giuseppe Fioroni e Paola Binetti), sono meno incisivi, ma dicono le stesse cose.
Eterologa, migliaia di coppie chiedono la fecondazione
Articolo di Chiara Paolin (Fatto Q. 1.5.14)
“”Ormai ci siamo. A quasi un mese dalla sentenza che ha dichiarato incostituzionale il divieto dell’inseminazione eterologa, sta per scattare il via libera alle cure fin qui vietate. L’ostacolo, non solo formale, è la pubblicazione della sentenza annunciata il 9 aprile: solo in quel momento, leggendo le motivazioni della Consulta e valutando le eventuali indicazioni contenute nel dispositivo, si potrà materialmente dare il via alle procedure.
Ieri l’associazione dei centri di fecondazione Cecos ha lanciato un fischio: “Nelle ultime settimane già 3.500 richieste per l’eterologa, ma il ministero non ha ancora dato indicazioni operative”. Non sfuggirà il dettaglio che Cecos è un’associazione di centri privati, i più impazienti di offrire il nuovo servizio grazie alla rapidità delle pratiche interne. Carlo Bulletti, primario dell’Unità operativa di fisiopatologia della riproduzione dell’Asl Romagna, ha qualche guaio in più. Anche nella sua clinica di Cattolica fioccano le richieste, ma l’ipotesi di poterle soddisfare al volo è praticamente un sogno: “Noi del settore pubblico abbiamo vincoli di varia natura - spiega Bulletti -. Naturalmente sono indispensabili anche per noi le indicazioni che il ministero, o il parlamento, darà sulla materia. La differenza è che, appena le motivazioni saranno in Gazzetta, i privati potranno fare ciò che non è vietato, mentre a me mancherà anche solo la tipologia del ticket per emettere le varie prestazioni”.
Dai giudici costituzionali solo semplice buonsenso
Articolo di Carlo Flamigni (Unità 10.4.14)
“”Credo che la cosa più importante accaduta in Europa negli ultimi anni, almeno per quanto riguarda i problemi della bioetica e del biodiritto, sia una sollecitazione arrivata proprio al nostro Paese, dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo (Cedu) a proposito delle donazioni di gameti. In una prima sentenza, del 1°aprile 2010, una Camera della I Sezione della Cedu aveva affermato che il dispositivo della legge austriaca che vietava la donazione di gameti femminili violava l’articolo 14 della Cedu stessa, in combinato disposto con l’articolo 8.
La sentenza criticava poi in modo molto severo le motivazioni addotte dall’Austria per giustificare le proprie scelte in materia di donazione di gameti.
Legge 40. Nell’Italia che cambia lo scontro sui temi etici passa in secondo piano
Articolo di Fabio Martini (Stampa 10.4.14)
“”Un riserbo più eloquente di tante parole. Il silenzio che l’Osservatore romano si è imposto sulla questione della fecondazione eterologa dà la misura di quanto sia cambiato il mondo nell’ultimo decennio sulle questioni «eticamente sensibili». Non molti anni orsono - era il 2003 - proprio la legge sanzionata ieri dalla Corte Costituzionale stazionava a Palazzo Madama in attesa di modifiche e fu in quel delicato frangente che il cardinale Joseph Ratzinger, futuro Papa, emanò una nota molto stringente. Affermando che i cattolici non avrebbero potuto più collaborare con «forze e movimenti che su questioni fondamentali abbiano espresso posizioni contrarie all’insegnamento della Chiesa» e che i politici cattolici erano tenuti a votare e legiferare secondo la più rigorosa «coerenza tra fede e vita». Una «bolla» ricca di conseguenze: la legge, governante Berlusconi, venne approvata senza la minima modifica, due anni dopo la Cei del cardinale Ruini diede un contributo determinante per far fallire il referendum abrogativo di quella stessa legge e nel 2007, sempre le gerarchie, promossero un partecipatissimo Family Day.
Legge 40. Consulta: “Divieto fecondazione eterologa e’ anticostituzionale”
Intervista a Stefano Rodotà di Laura Eduati “Uno scandalo se il PD riportasse in Parlamento la fecondazione” (Huffington Post 9.4.14). A seguire articolo di Adele Lapertosa (Fatto Q. 9.4.14) “Consulta: “Divieto di eterologa è incostituzionale” LEGGI I DUE ARTICOLI
“”La legge elettorale e la riforma del Senato rischiano di finire come la legge 40, polverizzata dai giudici costituzionali. E’ questa la profezia di Stefano Rodotà, che allo stesso tempo consiglia al Partito democratico di non toccare la normativa sulla fecondazione assistita per non violare ancora una volta i principi fondamentali: “Mi scandalizzerei se il Partito democratico accettasse sia pur minimamente una discussione su questa materia”, come invece vorrebbero gli esponenti del Nuovo Centro Destra, a cominciare dalla ministra Beatrice Lorenzin. Rodotà ricorda come all’epoca della discussione della legge 40 cercò di mettere in guardia i parlamentari dall’ideologia oscurantista, invano. Poi intervenne anche la Conferenza episcopale, una ingerenza che secondo il giurista oggi molto probabilmente con papa Francesco non accadrebbe.
Domani Rodotà festeggerà la storica sentenza che abolisce il divieto della fecondazione eterologa presso la sede del Partito radicale, con Emma Bonino.
Professor Rodotà, dopo lunghi anni i giudici danno ragione a coloro che si opponevano strenuamente alle legge 40. Come si sente?
Sul divieto di fecondazione eterologa
Articolo di Franca Stella “Sul divieto di fecondazione eterologa” (Unità 7.4.14)
Mai una legge aveva avuto una vita così tribolata, affossata da ben ventinove sentenze che ne hanno ridimensionato la portata, smantellandola dalla fondamenta. La legge 40 sulla procreazione assistita, in dieci anni di vita, ha subbito un contraccolpo sull’altro. Ma la mazzata finale potrebbe arrivare domani quando la Corte Costituzionale sarà chiamata a decidere sul divieto di fecondazione eterologa (l’utilizzo di gameti, maschili o femminili che non appartengano alla coppia) previsto dalla legge insieme a quello sulla ricerca sugli embrioni.
Fino a qui sono tre i pilastri della legge sulla fecondazione in vitro già abbattuti dai giudici: il divieto di produzione di più di tre embrioni, l’obbligo di impianto contemporaneo di tutti gli embrioni prodotti, su cui è intervenuta appunto la Consulta nel 2009, e il divieto di diagnosi preimpianto (ma per le coppie infertili, quelle che hanno accesso alla Pma, con intervento del Tar del Lazio sulle linee guida).
Il giorno prima delle quote rosa
Risponde Furio Colombo (Fatto Quotidiano 13.3.14)
“”CARO COLOMBO, ci siamo tutti riuniti intorno al falò dell’allarme Parlamento: non ha il coraggio di fare spazio alle donne. Ma tutto intorno si vedono, nella notte italiana che non finisce, i fuochi di altri accampamenti in cui alle donne è vietato tutto, persino le cure mediche in emergenza. Rita
LA LETTERA si riferisce al caso, grave e barbaro, di Valentina Magnanti, e allo sbarramento di medici “obiettori di coscienza” (si chiama assicurazione sulla carriera) e di predicatori armati di Vangelo (“armati” è la parola giusta) ammessi al capezzale della giovane donna senza suo desiderio o permesso, che hanno tentato di impedirle un aborto che non si poteva né impedire né rinviare, nel labirinto di leggi violate, di leggi pensate apposta, con crudele meticolosità, in modo da mantenere il controllo completo sul corpo delle donne, presumibilmente in nome di Dio. Come vedete in un’Italia come questa, condannata per ragioni come questa, dall’Europa e dall’Onu, lo spettacolo della sconfitta di un emendamento salva donne nella legge elettorale, è cosa futile oltre che impossibile.