Genova, un’intera classe senza religione
Articolo di Marco Preve (Repubblica on line di oggi):
“”Non è forse un caso che la prima classe a chiedere l’esonero di massa dall’ora di religione sia una quinta del liceo classico “Cristoforo Colombo”, quello in cui studiò Fabrizio De Andrè, autore di quel disco, la “Buona Novella”, che nel 1969 rappresentava un approccio tanto sofferto quanto rivoluzionario ai capisaldi del cristianesimo … “”
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Religione, l’ora di finirla
Articolo di Michele Sasso:
“”In Italia ci sono più di 16 mila docenti scelti arbitrariamente dalle Curie e che insegnano solo dottrina cattolica, ma che vengono pagati da tutti i contribuenti. Non sarebbe tempo che la politica se ne occupasse? … Dietro all’ora facoltativa si nascondono, però, anomalie e storture che vengono da lontano e si sono consolidate nel tempo: privilegi, corsie preferenziali per il contratto a tempo indeterminato e scatti di anzianità migliori per chi sceglie la religione cattolica. Una carriera tutta in discesa, a partire dal reclutamento: mentre migliaia di aspiranti insegnanti di ruolo hanno una trafila da precari che dura anni, per quelli con la Bibbia in mano c’è una scorciatoia che sa di beffa. A partire dalla loro nomina: è la Curia locale che organizza i corsi per l’insegnamento, li sceglie anche in base alla condotta morale coerente con l’insegnamento (impossibile per i divorziati e i conviventi senza il matrimonio) e decide in quali scuole mandarli. Queste regole valgono per tutti i 16.426 insegnanti che lavorano nelle scuole del Paese. Perché oltre all’assunzione, in base a concorsi e titoli, occorre l’insindacabile giudizio della Curia locale, che fornisce e toglie il “placet” in base alla sua dottrina e a criteri discrezionali. In altri termini i docenti di religione sottostanno agli ordini della gerarchia cattolica ma vengono pagati dallo Stato italiano. … “”
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Religione e potere
Articolo di Marcello Vigli: “” … Mi pare opportuno perciò riflettere, per superarla, sulla assimilazione fra multiculturalismo e pluralismo culturale. Il primo presuppone la staticità delle diverse culture e ne auspica la coesistenza pacifica sulla base della tolleranza reciproca lasciando a ciascun gruppo, per evitare conflitti e tensioni, la convinzione di essere il depositario della verità. Pluralista è una società in cui prevale il reciproco riconoscimento della pari dignità delle diverse opzioni, religiose e non, di rapportarsi alla realtà considerandole tutte figlie della storia e non della natura. La fede del credente dà valore alle verità, anche se considerate rivelate! Nessuna verità può arrogarsi il diritto di essere più vera delle altre. Anche per le religioni vale quel primato dell’uomo sulle stesse idee alle quali ispira la sua azione, che papa Giovanni XXIII aveva proclamato per le ideologie. Questo si deve insegnare a scuola per porre così le premesse perché i giovani imparino che la religione non può essere uno strumento di potere - come ancor oggi si sta verificando in diverse paesi del mondo ricchi e poveri, industrializzati e non, più meno alfabetizzati - ma fonte di fratellanza. … “”
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Storia delle religioni a scuola: il fumo di Profumo e l’arrosto degli integralisti
Articolo di Marcello Vigli: “” … non del tutto infondata è la interpretazione che farebbe giustizia dell’acume politico del ministro pur se indirizzato ad uno scopo perverso: favorire una vittoria da tempo perseguita dagli integralisti cattolici e non. Grande è stata infatti la soddisfazione, talvolta entusiasta, di molti commentatori di diverso orientamento culturale e religioso senza interrogarsi sul senso reale della sua proposta alternativa. Finalmente un ministro della Repubblica sembrava mettere in discussione l’ora di religione cattolica, anzi si sarebbe materializzata la speranza che uno dei baluardi della ingerenza cattolica nelle istituzioni pubbliche possa essere abbattuto. Nessuna preoccupazione, anzi spesso altrettanto entusiasmo, per la sua proposta di introdurre l’insegnamento della Storia delle religioni come necessario completamento della cultura scolastica in presenza di un aumento di alunni di diversa etnia e di diversa religione. … “”
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Ora di religione: diamoci un taglio
Articolo di Maria Mantello: “” … Questa dell’ora di religione è infatti una vera e propria zona franca, dove la legislazione italiana è genuflessa al diritto canonico. Un’anomalia per uno stato laico e democratico che consente ad una confessione religiosa di fare della scuola statale il pulpito per la propagazione del suo credo.
«All’autorità della Chiesa è sottoposta l’istruzione e l’educazione religiosa cattolica che viene impartita in qualunque scuola o viene procurata per mezzo di vari strumenti di comunicazione sociale; spetta alla Conferenza episcopale emanare norme generali in questo campo d’azione, e spetta al Vescovo diocesano regolarlo e vigilare su esso». (Diritto Canonico, canone 804) … “”
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La liberta’ a occhi aperti
Articolo di Adriano Prosperi: “Ha senso l’insegnamento della religione nella scuola pubblica italiana “così com’è oggi concepito”? Secondo il ministro dell’Istruzione non più. La sua osservazione ha suscitato un putiferio. … L’Italia uscita dall’abiezione del fascismo non riuscì a libersarsi dall’assuefazione a considerare “religione” la scipita minestra unica distribuita nelle scuole sotto controllo dei vescovi. Di fatto i principi di uguaglianza e di pari dignità degli italiani espressi nella Costituzione repubblicana furono invalidati col semplice inserimento dei Patti lateranensi: da quella porta come da un cavallo di Troia entrarono nella vita del paese continue e sistematiche lesioni di quei diritti.
E l’insegnamento della cosiddetta religione nelle scuole pubbliche è nello stesso tempo la radice e la bandiera degli abusi. Vogliamo forse dimenticare lo statuto alieno degli insegnanti di religione, nominati col placet dell’autorità ecclesiastica? Si tratta di una specie di “fuori sacco” del corpo docente, un’infrazione al principio fondamentale che governa dal ’700 in poi la selezione e la promozione dei capaci e meritevoli nel moderno sistema dei diritti. Quanto al fantasma dell’identità italiana evocato dall’Avvenire fino ad ora ha trovato corpo soltanto in una normativa sulla cittadinanza che non è definibile se non col teremine di razzismo, fondata com’è sulla successione di sangue. … “”
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Dall’ora di religione, all’ora delle religioni e filosofie
Tre articoli sull’ora di religione: di Maria Antonietta Calabrò “Profumo: l’ora di religione cambi, gli studenti hanno culture diverse”; di Vladimiro Polchi “Straniero un alunno su dieci e per loro pochissime iniziative e i docenti li sceglie la Curia”"; di Michele Ciliberto “La culturea laica in passato ha frenato. Spero che si cambi”.
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L’ultima ora della religione
Blog di Piergiorgio Odifreddi.
“” … Primo. Nei vent’anni trascorsi dal 1993, anno della prima rilevazione, a oggi, per la prima volta la percentuale di studenti che rifiutano l’insegnamento clericale è salito sopra il 10 per cento, per un totale di circa 800.000 studenti. E la tendenza costante è appunto quella di un aumento regolare. …
Le conclusioni sono talmente ovvie, che non varrebbe nemmeno la pena di enunciarle. Ma poiché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, forse è utile ripeterle: l’insegnamento religioso fa maggior presa nelle zone più sottosviluppate e meno acculturate del paese, fra le famiglie con genitori più vecchi, nelle scuole più umanistiche e meno scientifiche, e tra gli studenti che non possono scegliere da sé. A buon intenditor, poche parole.”"
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Ora di religione, quando la liberta’ di scelta e’ del minore
Articolo di Gaelle Courtens: “”E’ tempo di iscrizioni alle scuole statali. E quindi è tempo, irrimediabilmente, di avvalersi o di non avvalersi dell‘insegnamento della religione cattolica (IRC). Ma il diritto di avvalersi o meno, di chi è? Chi esercita la scelta? Il buon senso direbbe i genitori, e infatti così è. Ma pochi sanno che questo principio – sacrosanto – vale solo fino al termine della scuola media … a cominciare dagli stessi istituti secondari di II grado. Così succede che la scheda d’iscrizione di qualche rinomato liceo della capitale, nel riquadro sulla scelta dell’IRC, richieda la firma solo ed esclusivamente del genitore (poi perché solo di uno?). Eppure la normativa vigente parla chiaro. … “”
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Ora di religione: dalla teoria alla pratica
Articolo di Cecilia M. Calamani.
“” … L’importanza della sentenza è evidente: gli insegnanti di religione non possono essere equiparati agli altri docenti. La loro nomina viene decisa da un ente terzo, la Curia, che ne valuta i requisiti e l’idoneità, sceglie i programmi e i libri di testo e in caso di inadeguatezza dell’insegnante – ad esempio per comportamenti non conformi alla dottrina cattolica – ne revoca la nomina.
Fin qui la teoria, ma la pratica dice ben altro sull’equiparazione tra religione cattolica e discipline curriculari. Fino al 2003 la nomina degli insegnanti di religione era annuale; la Curia segnalava i docenti ai presidi e questi si limitavano a confermarli (ciononostante venivano pagati dallo Stato italiano). La legge 186 del 18 luglio 2003, voluta dall’allora ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, ha stabilito l’entrata in ruolo nello Stato di circa 15mila insegnanti (su un totale di 25mila), previo un concorso abilitativo dal sapore di sanatoria. Costoro, qualora la Curia revocasse l’incarico annuale, resterebbero in ruolo e se in possesso dei relativi titoli potrebbero superare in graduatoria altri insegnanti di materie curriculari. … “”
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