Il mio libro messo all’indice
Articolo di Melania Mazzucco (Repubblica 29.4.14): “” … Ciò che scandalizza davvero di Sei come sei non è l’oscenità, ma proprio il contrario. Cioè l’assoluta normalità della famiglia di Eva, dei suoi genitori (due uomini), dei sentimenti che li legano fra loro e alla loro figlia. Voluta, cercata e amata. E la normalità del loro amore che risulta oscena a chi crede di poter stabilire quale amore è lecito e quale non lo è, quale insieme di persone può essere definito famiglia e quale non può. Anzi, non deve … “”
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La scelta delle madri
Articolo di Chiara Saraceno (Repubblica 23.04.14)
“”L’Italia è tra i Paesi sviluppati uno di quelli che più scoraggia l’occupazione femminile, con effetti negativi per lo sviluppo e la competitività. Lo ripetono da anni studiose e studiosi di vario orientamento. Di recente lo ha denunciato anche Christine Lagarde, direttrice del Fondo Monetario Internazionale. L’effetto negativo, tuttavia, non riguarda solo la scarsa valorizzazione del capitale umano e la resistenza ad ogni tipo di innovazione organizzativa. Riguarda anche lo scoraggiamento della fecondità.
Come avviene ormai in quasi tutti i Paesi Ue, in Italia il numero di figli desiderati è più alto rispetto al numero di figli che effettivamente si hanno. Lo scarto tra i due numeri, tuttavia, in Italia è mediamente maggiore, avendo l’Italia uno dei tassi di fecondità tra i più bassi. Il nostro è un Paese in cui conciliare responsabilità famigliari e lavoro remunerato è molto difficile: perché i servizi per la prima infanzia e le scuole a tempo pieno sono mediamente insufficienti e distribuiti in modo molto disomogeneo; perché la divisione del lavoro in famiglia continua ad essere molto asimmetrica tra uomini e donne; perché nell’organizzazione del lavoro si è diffusa più la flessibilità dettata dalle priorità aziendali che non quella che tiene conto delle esigenze dei lavoratori.
All’interno di questo fenomeno generale vi sono, tuttavia, importanti differenze tra donne, secondo il livello di istruzione, dell’area geografica di residenza, del tipo di professione.
Divorzio breve
Articolo di Valentina Maglione (Sole 24 Ore 9.4.14)
“”Il divorzio breve riparte. Ieri la commissione Giustizia della Camera ha infatti approvato all’unanimità il testo base del disegno di legge che modifica l’articolo 3 della legge sul divorzio (la 898/70) e abbatte il tempo che i coniugi devono attendere dopo la separazione (giudiziale, consensuale o di fatto) per poter domandare lo scioglimento del matrimonio.
Nel dettaglio, il testo unificato del Ddl riduce gli attuali tre anni a uno il tempo di separazione necessario, che scende ancora a nove mesi nelle separazioni consensuali, se non ci sono figli minori. Inoltre, secondo lo schema di Ddl, i nuovi termini decorrono dal deposito della domanda di separazione e non, come accade ora, dalla comparizione dei coniugi di fronte al presidente del tribunale nella procedura di separazione. È una modifica introdotta, come spiega Alessandra Moretti (Pd), relatrice del Ddl insieme con Luca D’Alessandro (Forza Italia), per mettere tutti i coniugi nella stessa situazione, senza farli dipendere dai tempi differenti di fissazione delle udienze nei vari tribunali.
Inoltre, lo schema di Ddl interviene sull’articolo 191 del Codice civile precisando che la comunione dei beni si scioglie già nel momento in cui, in sede di udienza presidenziale, il giudice autorizza i coniugi a vivere separati.
Kung: “Chiesa e fedeli troppo distanti. Ora Francesco deve cambiarla”
Intervista di Andrea Tarquini a Hans Kung e articolo di Orazio La Rocca “Santa Sede, dai paesi europei una valanga rinnovatrice” (Repubblica 10.2.14)
“” … che cosa significa il sondaggio per i vescovi, e in generale per le gerarchie ecclesiastiche? «Io vorrei distinguere tra tre categorie di prelati. Per i vescovi pronti alle riforme, e ne esistono in tutto il mondo, i risultati del sondaggio significano un grande incoraggiamento: dovranno impegnarsi apertamente per le loro convinzioni, e non restare troppo timidi. Secondo, per i conservatori che hanno le loro riserve: dovrebbero riflettere sulle loro riserve, e dovrebbero ascoltare gli argomenti dei rinnovatori. Terzo, per i vescovi reazionari, presenti non solo in Vaticano ma in tutto il mondo, dovrebbero abbandona re la loro resistenza caparbia e scegliere la ragionevolezza ».
E che cosa significa il sondaggio per la base, per i cristiani? Incoraggiamento alla riforma dall’interno, come sognò invano Gorbaciov per il socialismo reale e l’Impero sovietico? «È importante il segnale che il movimento per la riforma all’interno della Chiesa ha dalla sua parte la grande maggioranza dei fedeli. Il movimento di riforma è appoggiato dalla base — movimenti di riforma come “Noi siamo Chiesa” — più di quanto non sia apparso finora, più di quanto non sia appoggiato all’interno della Chiesa ufficiale. È un fatto a livello internazionale» … “”
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Cognome della madre ai figli. Passano i secoli, siamo sempre al Manzoni
Articolo di Mario Pirani (Repubblica 27.1.14)
“”In Italia la legge quotidiana è sempre ispirata ai Promessi sposi. Don Abbondio detta le norme sulla vita della famiglia, appuntate sul breviario che accompagna le sue giornate e quelle dei fedeli. Qualora occorresse qualche imprevista variante sono sempre lì pronti i “bravacci” di turno a dare una mano per rimettere ordine a persone e cose. Gli esempi sono tanti ma per la maggior parte girano attorno alle vicende di coppia, alle sorti maritali o a quelle filiali. Storie in genere esemplari, ricordate e riesumate perché servano d’insegnamento attraverso gli anni e, grazie alla riproduzione letteraria, persino attraverso i secoli. Eccoci, dunque, come al solito, al ripetersi di una vicissitudine matrimoniale che trova la sua attualità nel reiterarsi di inciampi sulla via di qualche indisciplina formale che il parroco o qualche altro custode della Fede giudica come un pericoloso azzardo. Le istanze per mutar qualcosa nella liturgia laica (figuriamoci in quella cattolica) della procedura matrimoniale suscita sommovimenti, sotterfugi, vie d’uscita, di rinvio e di fuga che permettono di riproporre a un incerto domani ciò che nei paesi normali avviene in tempi certi e rapidi.
Cognome e pastoie
Articolo di CHIARA SARACENO (Repubblica 11.1.14)
L’idea che ci debba essere un privilegio paterno, almeno nella continuità del cognome, continua a prevalere tra i nostri legislatori. Il disegno di legge sul cognome che può essere attribuito ai figli approvato dal Consiglio dei ministri sembra partire con il piede sbagliato, rischiando così di incorrere di nuovo nella censura della Corte di Strasburgo. Secondo le notizie di agenzia, il disegno di legge prevede che il figlio «assume il cognome del padre ovvero, in caso di accordo tra i genitori risultante dalla dichiarazione di nascita, quello della madre o quello di entrambi i genitori». Questa formulazione ancora una volta privilegia il cognome paterno, che verrebbe attribuito di default, mentre per attribuire il cognome materno o quello di entrambi i genitori occorrerebbe una esplicita richiesta e dichiarazione di consenso. In ottemperanza al principio di libertà di scelta nelle questioni che riguardano la vita privata e della uguaglianza tra madri e padri, la norma dovrebbe essere formulata in modo da non privilegiare alcuna delle tre soluzioni, chiedendo che all’atto della dichiarazione di nascita, eventualmente prima che essa avvenga, i genitori dichiarino quale cognome vogliono attribuire al figlio.
Strasburgo, il cognome della madre ai propri figli e’ un diritto
STRASBURGO - I genitori devono avere il diritto di dare ai figli il solo cognome materno. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani (ha sede a Strasburgo e non è un’istituzione dell’Ue) che oggi ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di una coppia di coniugi avendo negato ai due la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre anziché quello del padre. Nella sentenza, che diverrà definitiva tra 3 mesi, i giudici sottolineano che l’Italia “deve adottare riforme” legislative o di altra natura per rimediare alla violazione riscontrata.
Aborto, educazione sessuale, diritti di donne e gay: in Europa sei deputati Pd fanno passare mozione Ppe, Front National, nazisti
ArticolI di Aurelio Mancuso (Huffington Post di oggi) e Umberto Di Giovannangeli “Hanno vinto le posizioni clericali” (Unità 13.12.13)
“”La Risoluzione sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi di cui relatrice era la socialista portoghese Edite Estrela, non è nemmeno stata votata perché si è prima preso in esame un ordine del giorno del PPE, appoggiato da tutti i gruppi clericali, reazionari e neo nazisti dell’emiciclo di Strasburgo, che è passato per sette voti. Con l’astensione dei deputati del PD (c’è chi rileva che sono tutti sostenitori di Renzi, ma mi sembra arduo addossare al nuovo Segretario altrui responsabilità) quasi tutti provenienti dall’ex Margherita, Silvia Costa, Franco Frigo, Mario Pirillo, Vittorio Prodi, Patrizia Toia, e David Sassoli, il documento è passato per una manciata di voti (proprio grazie all’astensione dei deputati Pd) tra lo stupore generale, le fortissime e pubbliche proteste del gruppo dei Socialisti e Democratici nei confronti del voto dei sei. Non è un dettaglio che Patrizia Toia sia vice presidente del gruppo europeo e David Sassoli sia il capodelegazione italiano. Questa Risoluzione socialista era un atto giacobino imposto all’improvviso? Assolutamente no, da mesi ne hanno discusso le commissioni competenti e nessun rilievo è giunto da parte dei sei improvvisati dissidenti, neanche un emendamento esplicitato per attenuare le parti magari troppo di sinistra. Nulla!
Le cose cambiano (2)
“”In tema di diritti civili Parma ha scritto una pagina importante. E hanno concorso in tanti a scriverla: dal Centro per le famiglie del Comune, al Polo socio-sanitario, agli psicologi dell’Ausl, al giudice tutelare del Tribunale di Parma. E’ una storia - anticipato dal Corriere di Bologna - che inizia due anni fa, quando una coppia omosessuale di Parma - composta da due uomini 50enni - ha dato la propria disponibilità per un affidamento temporaneo di minori, entrando a far parte della lista di persone a cui rivolgersi in caso di bisogno.
LA VICENDA - Nel dicembre dello scorso anno, vista la necessità di affidare una bimba di circa due anni e mezzo con problemi familiari, figlia di stranieri, il Centro per le Famiglie e il Polo Socio-sanitario hanno convenuto che la coppia omosessuale fosse quella più idonea per le necessita della piccola e, d’intesa con i genitori, hanno iniziato a farla incontrare la coppia gay: il feeling si è rivelato subito eccellente e a febbraio di quest’anno la bimba - che è a conoscenza della situazione e chiama i due uomini “zii” - si è trasferita a convivere con loro.
Come previsto dalla legge il Centro per le Famiglie e il Polo Socio-sanitario hanno poi redatto una dettagliata relazione per il Giudice Tutelare di Parma, il quale a luglio, dopo aver approfondito il caso, ha ratificato l’affido con un dettagliato e motivato decreto che ha valutato affidabilità, stabilità e tutta un’altra vasta serie di parametri importanti per l’affidamento temporaneo della minorenne.
Genitori. Le cose cambiano
Chi è Camilla Seibezzi? Si sta molto parlando di lei in questi giorni: giornali regionali e nazionali, nonché un importante tam tam sui Social Network, l’hanno fatta conoscere ai più. Veneziana, classe ’66, Camilla Seibezzi ha una pluriennale esperienza nell’organizzazione di eventi artistici e culturali, e all’attivo innumerevoli collaborazioni con istituzioni comunali, regionali ed anche estere, quali ministeri della cultura e musei d’Irlanda, Canada, Francia, Turchia, Nuova Zelanda. Divenuta consigliere comunale a Venezia con delega del sindaco Orsoni “ai diritti civili e alle politiche contro le discriminazioni”, la Seibezzi ha portato all’attenzione nazionale una proposta tanto semplice e già applicata in gran parte d’Europa, quanto rivoluzionario per questa retrograda Italia: la discriminazione delle minoranze inizia dall’utilizzo miope del linguaggio, ed è a partire dalla burocrazia istituzionale che dobbiamo superare i preconcetti e agire l’uguaglianza di diritti civili. E questo progetto è tanto più forte in quanto arriva proprio da quel Veneto “sacrestia d’Italia” che invece ora, grazie a lei, può diventare addirittura esempio trainante: sostituire nella modulistica burocratica le parole “padre” e “madre” semplicemente con la parola “genitore”. Il vespaio di polemiche si è alzato subito, e i detrattori si sono scagliati contro la proposta fino a fomentare addirittura minacce di morte, su cui sta indagando la Digos. A rifletterci bene, però, viene da chiedersi perché una madre e un padre dovrebbero sentirsi depauperati del proprio ruolo all’interno della famiglia se definiti “genitore”. Di contro, ed è questo il motivo che muove la Seibezzi, si eviterebbero discriminazioni per i figli con genitore vedovo o con genitore single ed anche, ma non solo, con genitori dello stesso sesso.